Riccione, disabile con le gambe rotte dopo l’incidente sul Metromare

Riccione

RICCIONE. Da Capodanno con le gambe rotte dopo l’incidente sul Metromare. «Sono stata costretta a richiedere l’assistenza domiciliare al Comune per la pulizia di casa, oltre a quella quotidiana che mi dà da sempre per la mia disabilità», racconta la signora 59enne coinvolta nel sinistro. Il mezzo del metrò ha dovuto frenare bruscamente per evitare di investire un 25enne di origine albanese che si è era sdraiato a terra. Da un primo momento sembrava un gesto dettato dall’abuso dell’alcol, ma non è escluso si trattasse del tentativo di girare un video “acchiappa like” sui social. «Da quella notte sono costretta a letto, senza poter andare sulla mia sedia a rotelle, perché ho entrambe le gambe rotte. Il medico lunedì mi ha detto che il gesso dovrò tenerlo per un altro mese. Tutto ciò per la bravata di un ragazzo», aggiunge la donna, che con un primo referto del pronto soccorso di 40 giorni, è la più grava tra i feriti di quella notte.

Lo stop terribile e la caduta

«Quella sera - racconta la riccionese - per tornare a casa, ho preso il Metromare come all’andata. Ero nello stallo per disabili, la mia amica seduta davanti a me. C’era gente, ma non era affollato, e molti erano in piedi. Ad un certo punto una frenata terribile e siamo caduti tutti. Sono caduta dalla mia sedia a rotelle, finendo addosso alla mia amica e poi altre persone mi sono cadute sopra. Negli urti ho rotto entrambe le gambe in tre punti diversi per questo sono ancora allettata. E’ accaduto tutto in un secondo. Non ho avuto il tempo di avvertire il panico, ma solo il dolore alle gambe. E’ andata bene perché lì dentro è tutto di ferro, poteva andarci peggio. E se ci fosse stato un bambino piccolo in quel momento?».

La beffa dopo il dolore

Gli infermieri l’hanno presa e messa sulla sedia a rotelle e l’hanno fatta scendere fino all’ambulanza. «La cosa più brutta è stata che in ospedale ho visto anche il ragazzo che si era steso a terra davanti al mezzo del Metromare che arrivava e che ha causato l’incidente. Non solo non ha chiesto scusa ma quando ci ha visti ha detto quasi in maniera scherzosa “buon anno a tutti”. Ciò che è accaduto mi fa soffrire, perché sono sola, ho solo il budget limitato dell’assegno di invalidità e ho perso una persona cara che mi aiutava. Chissà se ha capito quanto dolore ha causato quella bravata. A me ne ha causato tanto».

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