Rf: "Medicina di base e politica sanitaria fallimentare in tutto"

Dimissioni del direttore generale dell’Iss, medicina di base, nuovo ospedale e green pass. Le questioni della Sanità cadono una alla volta nel mirino di Repubblica futura nella conferenza di ieri. Dove il fil rouge risulta la preoccupazione per la situazione dell’Istituto che, ribatte Nicola Renzi, «è veramente fuori controllo». Tanto più che «al posto delle reazioni dal Governo, si sentono solo fioche voci che non fanno presagire nulla di buono. Sebbene le dimissioni di Alessandra Bruschi siano state causate, pare, anche da interferenze politiche». Pertanto si rileva «il profilarsi del fallimento totale della politica sanitaria, del Segretario Roberto Ciavatta e dell’intero Governo che non sa più barcamenarsi tra le criticità. Ormai – ironizza Rf - non servono più neanche i premi produzione per garantire un diverso funzionamento della Sanità». E forse non a caso – lanciano il sasso - «la partenza della Bruschi ha coinciso con la richiesta da parte di Rete di una verifica di maggioranza». Ma il peggio è, incalzano, che «mentre la politica si perde in teatrini imbarazzanti, la verifica i sammarinesi l’hanno fatta e il bilancio è sotto zero». Sul fronte della Medicina di base, per Mara Valentini, va anche peggio: «Mai toccato un momento così basso. Eravamo il 5° stato per longevità – nota – ed ora la pandemia ha scoperchiato un vaso. Occorre passare dalla Sanità ospedale-centrica a quella che abbia a cuore il Territorio». Altra urgenza? Far chiarezza sul nuovo ospedale, perché «non bastano la relazione orale della Bruschi, del Segretario al territorio Stefano Canti e un collegamento da Milano con i progettisti. Tanto più che la struttura prevede la coesistenza di un ospedale pubblico e una clinica privata, ma essendo figli della legge del 1955, che prevedeva sanità universale e gratuita, bisogna chiarire prima dei lavori diversi punti, compreso come pagheremo l’edificio». Toni lapidari anche sul green pass, perché «l’equivalenza Ue è arrivata solo il 30 luglio, ma era stata annunciata mesi prima dalla Segreteria alla Sanità. Basta ipertrofia di dichiarazioni dunque, urge una soluzione tecnica, perché il 6 agosto il 90% dei sammarinesi, vaccinati con Sputnik, resterà fuori dalle logiche italiane, vedendosi precludere forse ambiti sempre più ampi», conclude Rf.

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