"Rete idrica, ottimi livelli di servizio nei nostri territori"

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Il governo italiano ha destinato quasi 4 miliardi di euro (dei quali 2,9 del Pnrr) a interventi sulle infrastrutture idriche, per rendere più efficiente il sistema e cercare di colmare il gap che vede il nostro Paese fanalino di coda in Europa per gli investimenti nel settore. Una cifra che ben rappresenta la centralità di questo tema e la necessità di significativi interventi in un’ottica di medio-lungo periodo. Cerchiamo di capire la situazione romagnola con Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, la multiutility che gestisce il servizio idrico integrato in oltre 200 comuni, tra i quali quelli delle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena.

Che cosa succede sul nostro territorio?

«Anche noi abbiamo partecipato a bandi del Pnrr sull’efficienza della rete idrica, che però premiavano in particolare gli investimenti in zone del Paese più arretrate in termini di qualità del servizio. Per questo le nostre progettualità sono risultate ammesse, ma ad oggi non finanziabili. In realtà è una buona notizia, perché è la conferma di quanto gli investimenti finora effettuati dal nostro Gruppo, ben prima del Pnrr, abbiano già portato i nostri territori a ottimi livelli di servizio. Non c’è nulla di scontato nell’avere l’acqua che esce dal rubinetto di casa e, una volta utilizzata, restituirla all’ambiente ripulita e depurata. L’idrico è infatti una vera e propria filiera industriale, ad alta intensità di competenze e di capitale, perché gli investimenti nelle infrastrutture sono continui e ingenti».

La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti, con la siccità che si alterna a piogge intense, mettendo a dura prova i servizi idrici. Come contrastate questa emergenza?

«Il nostro Gruppo investe nel ciclo idrico integrato il 30% in più rispetto alla media italiana, oltre 110 milioni ogni anno. Una scelta che mira a proiettare le infrastrutture nel futuro, rendendole resilienti, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, garantendo qualità e continuità del servizio. Ad esempio, nel caso degli acquedotti, spesso nati con una conformazione territoriale su base comunale, noi lavoriamo per renderli più vasti, comunicanti, interconnessi, attraverso l’esecuzione di importanti opere edili, che ci consentono di assicurare la continuità dell’approvvigionamento anche in situazioni climatiche critiche, come siamo riusciti a fare negli ultimi anni.

Recentemente avete presentato il progetto per un nuovo impianto di potabilizzazione e l’interconnessione delle reti acquedottistiche che va proprio in questa direzione…

«Proprio così, siamo molto orgogliosi di questo intervento che coinvolge 13 comuni nelle province di Ravenna e Bologna: in ambito acquedottistico è il più rilevante mai realizzato, sia per il valore economico sia per il tipo di opera che coinvolge un intero sistema territoriale e che mette in sicurezza in particolare il comune di Castel Bolognese. Il servizio idrico è fondamentale e sempre di più è imprescindibile pensare in prospettiva. Questo progetto è un esempio perfetto di tale approccio: pianificare a lunga scadenza per salvaguardare le comunità».

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