«Resti umani in un sacco a Poggio Torriana». Medico chiarisce: viscere

Rimini

POGGIO TORRIANA. Per più di un’ora i carabinieri sono rimasti con il fiato sospeso in attesa del responso del medico legale, chiamato d’urgenza per diramare il mistero dei resti sanguinolenti trovati da un passante ai lati della strada.
Il “giallo” è stato risolto dalla dottoressa Sara Vulpini, chiamata a dirimere la questione: «Non c’è stato nessun omicidio, non si tratta di residui umani». La Pasqua degli investigatori è salva, mentre non è dato sapere quale animale di grossa taglia sia stato scuoiato e macellato perché per sbilanciarsi ci sarebbe voluto un veterinario. Tutto lascia intendere che la parte commestibile oggi farà bella mostra di sé su una tavola imbandita della Valmarecchia. I carabinieri però hanno raccolto alcune testimonianze e verificato la presenza di telecamere nella zona per scoprire chi ha gettato quei rifiuti particolari rischiando di procurare un serio allarme. Non c’è in ballo solo un comportamento poco civile, ma anche la possibile contestazione di reati penali.
Tutto è cominciato alle 19.45 di venerdì scorso, 19 aprile, a Poggio Torriana. Un signore del posto, nel tornare verso casa lungo via Camerano, ha visto spuntare qualcosa di veramente strano e inquietante da un sacchetto intriso di sangue, gettato in un canale di scolo laterale alla strada: interiora e viscere. Sul posto, dopo la segnalazione, oltre alla pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri di Novafeltria è accorso anche il maresciallo Luciano Masini, comandante della locale stazione dell’Arma. Infine, il rassicurante responso del medico legale che però, per volere del capitano della Compagnia, Silvia Guerrini, non mette fine all’indagine. Niente riti magici o messe nere, c’è da capire solo chi ha macellato un animale per poi buttarne i resti.
Non ha mai avuto soluzione, invece, il mistero legato al ritrovamento della gamba sinistra, ritrovata da due adolescenti la sera del 13 novembre 2010 in un canale di scolo lungo via Monte L’Abbate in prossimità del cavalcavia autostradale. Si accertò c che la vittima di quello che probabilmente fu un delitto (in procura venne aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio e distruzione di cadavere) era un uomo non più giovane, alto un metro e 75/un metro 80. Fu impossibile accertare se era originario di un’area geografica diversa dall’Europa. Non era stato, però, un chirurgo dotato di bisturi a mozzargli la gamba. Chi aveva smembrato il cadavere lo aveva fatto usando una sega.

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