Residenza artistiche: i Motus a Mondaino

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Se il pubblico non può entrare nei teatri, non significa che i teatri restino chiusi o inattivi. In Romagna, ad esempio, i palcoscenici sono occupati da chi, nell’attesa di tornare a mostrare il proprio operato, lavora, prova e si prepara a quel momento.

Il Centro di residenza regionale, che ha sede all’Arboreto di Mondaino, ospita dal 22 febbraio al 14 marzo la compagnia riminese dei Motus impegnata nella ricerca e composizione del nuovo spettacolo Tutto brucia. È la seconda volta (dopo la prima residenza a novembre) che i Motus provano questo nuovo allestimento al teatro Dimora.

Il titolo Tutto brucia evoca le parole di Cassandra nella riscrittura delle Troiane di Sarte. «Da tempo avevamo desiderio di continuare lo scavo, dopo il viaggio dentro l’Antigone – spiega la compagnia –. La ricerca è cominciata prima del lockdown e ora assume inevitabilmente altra luce e urgenza. La pandemia e il disastro climatico segnano la fine di un’epoca e Le Troiane iniziano con una fine. Tragedia anomala, senza conflitto e tessitura, o meglio il conflitto c’è stato, ma è già avvenuto: Ilio è già stata distrutta. Le donne, ridotte a bottino di guerra, attendono la spartizione, di lì a poco partiranno per mare, schiave, verso territori stranieri. Non c’è trama né intreccio, solo un perpetuo evocare gli spettri del passato».

E ancora: «La parola di Ecuba è lamento, parola che seppellisce i morti; la parola di Cassandra rompe la stasi e dà fuoco al futuro – continuano i Motus –. Ma al centro ci sono il dolore e lo strazio del lutto che, fuori dalla sfera personalistica, aprono una questione fortemente politica. Durante la pandemia le cerimonie per i morti sono state sospese, e i corpi sono stati sepolti d’ufficio, di nascosto, in silenzio, senza saluto. Lo stesso accade per i corpi migranti morti in mare, per i clandestini o per le prostitute giustiziate dal sistema della tratta. Quali vite contano, dunque? Cosa rende una vita degna di lutto? Ripartiamo da queste domande urticanti per costruire Tutto brucia, che sarà inevitabilmente oscuro, ma colmo di abbacinante furore». Sabato 13 marzo è previsto un momento di condivisione online del lavoro.

Nel frattempo, è terminata la prima residenza artistica ospitata da Ravenna Teatro nello spazio Vulkano di San Bartolo, dove è stato accolto il collettivo La Corsa di Napoli. A seguire, tra Teatro Rasi e Vulkano, arriveranno Teatro in Folle (dal 22 al 28 febbraio), Alessandro Berti (dal 9 al 14 marzo, dal 6 al 9 aprile e dal 7 al 11 giugno), Simone Amendola e Valerio Malorni (16-26 marzo), Margherita Ortolani (8-16 maggio) e Pietro Babina (27 maggio-6 giugno). Ravenna Teatro, infatti, ha deciso di destinare l’intero importo dei fondi d’emergenza ad artisti, attrici, attori, compagnie, collettivi e teatri con meno tutele del Centro di produzione teatrale ravennate.

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