Report all'attacco di Fileni per i polli allevati a Borghi

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C’è anche lo stabilimento di Borghi della Fileni nel servizio di Report che sta facendo tanto discutere in ambito avicolo. La trasmissione di RaiTre lunedì scorso ha mandato in onda un servizio realizzato dalla riminese Giulia Innocenzi che contestava i polli biologici di Fileni.

L’azienda marchigiana con sede in provincia di Macerata, a Cingoli, è la terza produttrice nazionale di carni avicole e la prima nel biologico. Dopo le accuse lanciate nel servizio si è innescata una dura polemica con l’azienda che respinge quasi tutte le accuse e un forte dibattito nazionale. Ieri Massimo Fileni si è anche sospeso da Assobio.

Il servizio di Report parla di terribili condizioni di vita dei polli negli allevamenti intensivi Fileni, sia in quelli classici che in quelli biologici. Le immagini sono arrivate a Report dalla Lega Anti Vivisezione. È stato detto che a Borghi vengono allevati i "Rusticanello", l'etichetta di polli che vengono pubblicizzati come allevati all'aperto. Ma per Report non vedrebbero la luce del sole: starebbero tutti stipati a Borghi, al primo piano del capannone. Altra critica: Fileni dice che i polli sono ogm free ma le etichette del mangime mostrate dalle telecamere no. Insomma, per la trasmissione di Rai 3 la denominazione bio non è rispettata.

La Fileni sul proprio sito smentisce quasi tutto. Viene ricordato che già prima del servizio era stato comunicato a Rai 3 che «Il capannone mostrato è diverso da quello menzionato dai due operatori intervistati che affermavano che all’interno i pulcini avevano 10 giorni», quindi per l’azienda «è corretto che all’interno vi fossero animali di età diverse. Non vi sono prescrizioni vincolanti sul momento dal quale l’animale biologico deve poter fruire degli spazi aperti, poiché l’unica prescrizione normativa concerne il fatto che i broiler bio devono poter trascorrere almeno un terzo di vita all’aperto, anche a seconda delle stagioni e delle condizioni meteo. È quindi normale che l’inizio delle aperture possa variare, non solo da allevamento ad allevamento, ma persino da capannone a capannone o da stagione a stagione». Report mostra poi 80.000 polli nell'allevamento riminese di Maiolo che sarebbe parte della certificazione bio ma Fileni dice che il documento mostrato dal servizio riguarda il sito di Borghi, mentre quello di Maiolo è «fermo da oltre 12 anni» e in fase di ristrutturazione: «Il fatto che sull'intestazione del documento sia riportata la dicitura "Maiolo" è ascrivibile alla presenza in quel comune di ampie superfici di terreno adibito a biologico ma nulla ha a che vedere con il centro di allevamento in fase di ristrutturazione mostrato». Sull'uso di ogm la replica è che «l'impiego di componenti ogm (per mais e soia) è circostanza normale e comune per tutto il settore avicolo e anche per tutto il food europeo, salvo in quei prodotti dove viene espressamente escluso l’uso di ogm per la preparazione (o, nel caso dell’allevamento, per l’alimentazione degli animali)». Smentita anche l'assenza di luce naturale: «nei due allevamenti citati, la luce naturale entra attraverso le finestre di ventilazione (Borghi) o attraverso gli uscioli di policarbonato trasparente (Ostra Vetere) e si combina con quella artificiale, nel pieno rispetto delle prescrizioni regolamentari». Sul Rusticanello si dice che non indica né una razza avicola, né una specifica tecnica di allevamento, ma il nome commerciale dato dall’azienda ad alcune linee di eccellenza a lento accrescimento. «Se allevata al chiuso, non riporta in etichetta la dicitura "Allevato all'aperto". Questo significa che una confezione con questa etichetta contiene esclusivamente un pollo allevato all'aperto e alimentato con mangimi vegetali privi di ogm». L’azienda ricorda che «Nell’impianto di Borghi è presente sia una linea biologica (allevata al piano terra con accesso alle aree aperte), sia una linea convenzionale (allevata al piano superiore). Gli animali convenzionali appartengono al genotipo “Collo Nudo/Hubbord” e sono alimentati con il mangime specificamente preparato per questa razza, che, nel gergo aziendale e a soli fini interni, viene indicato come mangime “Rusticanello”: il che spiega perché gli animali ospitati nella parte convenzionale dell’allevamento di Borghi ricevono mangime “Rusticanello”, pur non essendo allevati all’aperto (e non essendo poi commercializzati con questo marchio)».

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