Remo Girone è “Il cacciatore di nazisti” a Sogliano

L’icona spesso negativa che accompagna il “cacciatore”, se invece riferita a Simon Wiesenthal (1908-2005), ingegnere e scrittore austriaco di origine ebraica, assume un’idea che sa di eroico. Perché questo ebreo sopravvissuto all’Olocausto, ha dedicato dal dopoguerra la sua vita a raccogliere informazioni sui nazisti latitanti, per rintracciarli e sottoporli a processo, diventando “cacciatore di nazisti”.

A raccontarne il percorso è Remo Girone, protagonista de “Il cacciatore di nazisti” stasera alle 21 al teatro Turroni di Sogliano per “Prova d’attore”. La storia attoriale di Girone (1948) è legata alla fortunatissima serie “La Piovra” che dal 1984 al 2001 ha tenuto l’audience televisiva incollata; lui era il “cattivo” della mafia Tano Cariddi. Ma Girone vanta pure una ricca filmografia comprensiva di produzioni hollywoodiane. La sua nuova prova d’attore teatrale si fregia, per drammaturgia e regia, di Giorgio Gallione, specialista nel valorizzare interpreti di un monologo che sa trasformare in spettacolo.

Girone è un bel ritorno a teatro questo suo; come vi è arrivato?

«Quella di Wiesenthal è una storia molto interessante; in questo caso il progetto è di Gallione che, appoggiato dal produttore Gianluca Ramazzotti, ha pensato di affidarmelo. Sono stato molto contento, è la prima volta che in teatro interpreto un personaggio che racconta rivolgendosi direttamente al pubblico, per me è un aspetto teatrale molto interessante».

Cosa le piace del personaggio?

«Tutto è molto interessante, racconta le ragioni per cui ha realizzato nel 1947 un Centro ebraico di documentazione sulle persecuzioni subite dagli ebrei. Spiega come è arrivato alla cattura di nazisti eccellenti, non per vendetta, ma per un senso di giustizia, dopoché tanti nazisti erano fuggiti aiutati persino da un gruppo di preti cattolici. Ma si schermisce pure quando lo definiscono eroe; perché a fronte di uno schedario di 22 mila e 500 nomi di criminali nazisti, ne avrebbe catturati “solo” mille e cento. «Sono un eroe solo al 5 per cento», dice con spirito. Lo spettacolo contiene una esortazione a non dimenticare, specialmente pensando alle generazioni che verranno, cosa che lo rende speciale».

Come si è trovato con il regista Gallione, storica figura del teatro Archivolto di Genova?

«Davvero molto bene, non lo conoscevo personalmente ma ho scoperto in Gallione non soltanto un bravo confezionatore di spettacoli, e questo su Wiesenthal è molto bello, ma un ottimo regista per gli attori che sa ben dirigere. Mi ha dato indicazioni giuste per il mio personaggio».

In questi anni si è dedicato particolarmente al cinema, come le sembra il momento?

«Forse le sale stanno soffrendo più del teatro, che ha ripreso invece bene dopo il Covid. Le sale subiscono la concorrenza delle piattaforme; è vero però che queste diventano un’opportunità in più per gli attori. La stessa “Piovra” in America la vedono ancora oggi sulle piattaforme; e forse questo ha fatto sì che mi chiamassero a girare in America “La legge della notte” di e con Ben Affleck e poi “Le Mans 66” dove interpreto Enzo Ferrari. Mentre ho girato in Italia la produzione Sony “The Equalizer 3” con Denzel Washinton che deve uscire. Per Netflix invece ero con Alessandro Gassman ne “Il mio nome è vendetta” che è stato un enorme successo, mentre deve ancora uscire “Tutti amano i diamanti” con Kim Rossi Stuart. Il “piccolo” ma riuscito film italiano “Il diritto alla felicità” di Claudio Rossi Massimi visibile su Rai Play, il 3 marzo esce in Giappone». Info: 370 3685093

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