RAVENNA. Dalla violenza sessuale al revenge porn, dalle lesioni all’induzione al matrimonio. Sono 340 i “codici rossi” attivati quest’anno dai Carabinieri della provincia di Ravenna e in 20 casi si è reso necessario l’intervento di centri antiviolenza o il ricorso a case rifugio. Più nel dettaglio dei dati diffusi oggi dall’Arma, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si contano 22 allontanamenti d’urgenza dalla casa familiare, a tutela immediata della persona offesa, e 49 divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, 22 dei quali con applicazione del braccialetto elettronico. Sono 51 le persone arrestate, 32 per maltrattamenti o lesioni aggravate in ambito familiare, sei per atti persecutori, quattro per violenza sessuale, uno per costrizione o induzione al matrimonio, otto per violazione di provvedimenti di allontanamento o divieto di avvicinamento. A questi si aggiungono 290 soggetti denunciati a piede libero, di cui 200 per maltrattamenti o lesioni aggravate in ambito familiare, 65 per atti persecutori, 19 per violenza sessuale, cinque per revenge porn, uno per violazione di provvedimenti di allontanamento o divieto di avvicinamento. A conferma dell’impegno contro la violenza di genere la sede del Comando provinciale sarà illuminata di arancione, nell’ambito della campagna internazionale “Orange the world”, promossa dalle Nazioni Unite e sostenuta in Italia da Soroptimist International.
Alcuni militari sono appositamente formati sul fenomeno e collaborano con le strutture sanitarie e varie associazioni di volontariato. Da alcuni anni sono anche attive a Ravenna e Faenza due sale dedicate all’ascolto protetto delle vittime vulnerabili. Mentre il Soroptimist International ha donato un kit informatico audiovisivo che consente di raccogliere, riprendere e registrare le dichiarazioni delle vittime di violenza in loco.