Università. Senza test d’ingresso, la carica dei settecento alla facoltà di Medicina

Ravenna

Sono oltre 700 gli studenti che hanno scelto Forlì e Ravenna per tentare l’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia attraverso il nuovo semestre filtro, introdotto su scala nazionale per selezionare chi potrà proseguire il corso di laurea dal secondo semestre. Un numero che, in Romagna, testimonia l’interesse crescente verso i due Campus universitari, oggi sempre più centrali nell’offerta formativa dell’Università di Bologna.

Il semestre aperto partirà a settembre con tre insegnamenti fondamentali: Chimica e propedeutica biochimica, Fisica e Biologia, per un totale di 18 crediti formativi universitari (Cfu). Le lezioni, al via l’8 settembre, si svolgeranno in prevalenza online, con alcune attività in presenza a Bologna. A conclusione del semestre, gli studenti dovranno affrontare esami di profitto identici in tutta Italia: due appelli, il 20 novembre e il 10 dicembre, decideranno chi potrà accedere alla graduatoria nazionale. Per essere ammessi sarà necessario superare ciascun esame con almeno 18/30.

In base ai risultati, i candidati migliori potranno iniziare, da febbraio, il percorso in presenza a Forlì o Ravenna: 180 posti disponibili in ciascuna sede. Un salto importante rispetto ai soli 190 posti complessivi disponibili cinque anni fa (95 per sede), poi diventati 260 e ora portati a 360. Chi non supererà il semestre, ma avrà comunque ottenuto almeno 18/30 in ogni esame, potrà proseguire il corso affine cui si è iscritto in parallelo, senza perdere i Cfu acquisiti.

Se in Romagna l’interesse ha superato le aspettative, Bologna conferma il proprio peso specifico a livello nazionale, con 3.385 domande di iscrizione. Ma i numeri più alti si registrano a Roma (oltre 7mila iscritti), seguita da Milano (più di 5mila), Bari (2.725), Torino (3.169) e Firenze (1.766). Nonostante ci si aspettasse un boom ancora maggiore su scala nazionale, i dati mostrano comunque un forte coinvolgimento in questa nuova modalità d’accesso.

Soddisfatta la coordinatrice del corso di Medicina a Ravenna e presidente della Fondazione Flaminia, Mirella Falconi, che sottolinea l’impegno dell’ateneo e del territorio. «In questi mesi l’Università di Bologna ha lavorato molto bene - sottolinea - per organizzare tutto e farsi trovare pronta. I docenti sono stati molto collaborativi, e il corso verrà sostenuto al massimo. Non ha senso fare valutazioni adesso, il nostro compito è applicare le leggi. A giudicare ci penserà il Ministero tra qualche anno. Quello che conta è che Forlì e Ravenna siano pronte ad affrontare questa novità».

Falconi ha infine ricordato il percorso di crescita degli ultimi anni. «Siamo partiti con una novantina di posti, ora ne offriamo 180: è un messaggio forte per i ragazzi, frutto della sinergia tra pubblico e privato. Per quanto riguarda gli alloggi, non abbiamo criticità: le richieste dovrebbero essere soddisfatte. E con la fine dei lavori dello studentato nel 2026, potremo contare su 110 posti letto in più».

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