Tentato omicidio alla cava a Ravenna: in carcere chi ha sparato, indagata anche l’ex moglie VIDEO

Ravenna
  • 11 giugno 2024

Indagini serrate, 24 ore su 24, sulle tracce del principale sospettato del tentato omicidio avvenuto la sera del maggio scorso alla cava Manzona Vecchia, dove una prostituta bulgara di 29 anni è stata raggiunta da cinque colpi di pistola. L’uomo che ha premuto il grilletto sapeva di essere ricercato. D’altra parte, la vittima, uscita viva per miracolo da quella sorta di esecuzione, lo aveva riconosciuto. Così si è consegnato, rientrando in Italia dall’estero, dove si era rifugiato poco dopo i fatti. Dettagli rivelati ieri durante la conferenza stampa tenuta in procura a Ravenna, che ha ufficializzato la svolta (ormai risalente alla settimana scorsa) delle indagini condotte dai crabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Cervia-Milano Marittima, coordinate dal procuratore capo Daniele Barberini e dal pm Francesca Bugané Pedretti.

Movente legato al giro della prostituzione

Con l’uomo, 34 anni connazionale della vittima, è indagata per favoreggiamento anche l’ex moglie, a sua volta connazionale e residente a Viserba, sottoposta a obbligo di dimora e diviato di uscire di casa sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti. Nell’abitazione di Viserba, nei giorni scorsi, sono entrati in azione anche i carabinieri del Gis (il gruppo intervento speciale dell’Arma). La donna, stando a quanto emerso dalle indagini, si trovava nella Bmw serie 5 insieme all’ex marito quando è avvenuto l’agguato alla cava. “Le indagini non sono chiuse - puntualizza la pm Bugané Pedretti - non si esclude le accuse a suo carico possano evolvere”.

Per il procuratore capo Daniele Barberini, la decisione dell’indagato di costituirsi “è dovuta alla consapevolezza che le indagini avrebbero condotto a lui in brevissimo tempo”. E aggiunge: “Non è tollerabile che in questo territorio accadano episodi di questa gravità”.

Episodi come questo, aggiunge il colonnello Andrea Lachi, dimostrano che “il fenomeno della prostituzione dev’essere costantemente monitorato perché si possono creare situazioni estremamente pericolose”. D’altra parte, è ormai chiaro, “chi ha sparato voleva uccidere, e solo un po’ di fortuna ha consentito che ora si parli di tentato omicidio e non di omicidio”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui