Mentre continua il dibattito sull’introduzione della settimana corta al liceo scientifico di Ravenna (sabato si è concluso il sondaggio interno) e in attesa che tra oggi si completi l’elezione dei nuovi componenti del Consiglio d’istituto, dopo la voci critiche e l’intervista alla preside, sulla vicenda interviene anche chi si schiera a favore della sperimentazione che, qualora venisse adottata, partirebbe dal prossimo anno scolastico.
«Siamo un gruppo di genitori del liceo scientifico “Oriani” di Ravenna, che desidera esprimere pubblicamente la propria profonda dissociazione rispetto ai toni denigratori con cui alcuni genitori hanno attaccato la scuola e la sua dirigenza, generando l’articolo pubblicato il 20/11/25 sul vostro giornale. Riteniamo che ognuno sia libero di avere la propria opinione sulla settimana corta o lunga, ma nessun dibattito, per quanto acceso, può giustificare atti diffamatori, insinuazioni prive di fondamento e attacchi personali che finiscono per danneggiare non solo la scuola, ma l’intera comunità educativa. Ci preme sottolineare un elemento che nell’articolo non è stato neppure menzionato: in questi giorni il liceo Oriani - in sede e in succursale - è stato teatro di una straordinaria esperienza democratica, con assemblee studentesche dal primo al quinto anno, alla presenza di docenti, vicepresidi e della dirigente. Gli studenti hanno potuto esprimere liberamente il proprio pensiero, confrontarsi, votare, ascoltare idee opposte. Una scuola che insegna la democrazia con i fatti. Non condividiamo che un piccolo gruppo di genitori, rivendicando di parlare “a nome di tutti”, abbia diffuso un documento dai toni volutamente offensivi e provocatori, indirizzato contro chi, con responsabilità istituzionale, sta cercando di informare le famiglie, dare voce a studenti, docenti e personale Ata, e cercare una soluzione ponderata e condivisa. Ci dissociamo da quei comportamenti che non cercano il dialogo, ma la delegittimazione, che non propongono idee, ma insinuazioni, e che vorrebbero imporre un’unica visione screditando chi non la condivide. Riteniamo inoltre doveroso segnalare che il vostro articolo non ha riportato il tema in modo neutro, come dovrebbe fare chi informa, ma ha dato ampio spazio alle accuse più estreme senza contestualizzarle, tralasciando elementi fondamentali per comprendere il percorso democratico in corso a scuola. Un giornale ha il diritto di raccontare una controversia, non di alimentarla con una narrazione parziale e emotivamente distorsiva, che rischia di influenzare l’opinione pubblica a scapito della correttezza dell’informazione. Sia chi è favorevole sia chi è contrario alla settimana corta deve poter esprimere le proprie opinioni con rispetto, dati alla mano e responsabilità educativa. Per questo ribadiamo: condanniamo i toni offensivi e divisivi rivolti alla Dirigenza scolastica, ai docenti e alla scuola tutta, e difendiamo il diritto di un confronto serio, informato e realmente partecipato. Non permettiamo che il pensiero moderato e costruttivo venga silenziato da chi punta allo scontro anziché alla soluzione. Crediamo che ai nostri figli si debba insegnare, prima delle ore settimanali, il valore del confronto civile, del rispetto istituzionale e della democrazia reale. Per questo continueremo a sostenere un dialogo aperto e a collaborare con la scuola, che sta facendo esattamente ciò che dovrebbe: ascoltare, mediare, educare».
Gentili firmatari, la vostra lettera tocca temi rilevanti per la comunità scolastica ma anche la professionalità del lavoro giornalistico svolto merita una risposta altrettanto chiara.
Desidero anzitutto precisare che l’articolo pubblicato il 20 novembre a mia firma non contiene alcuna espressione diffamatoria né giudizi di valore sulla dirigenza scolastica. Il testo si limita a riportare un fatto: all’interno di un dibattito acceso e legittimamente divisivo - com’è normale quando si discute della riorganizzazione dell’orario di un intero istituto - una parte dei genitori ha espresso critiche sulle modalità con cui tale percorso è stato condotto.
Il Corriere Romagna non entra nel merito di chi abbia ragione o torto: non è questo il ruolo dell’informazione, che si limita a dare conto di un elemento di evidente interesse pubblico. Abbiamo riportato il fatto che da giorni stesse circolando una lettera in una pluralità di chat (coinvolgendo decine e decine di persone), che sollevava perplessità e invitava chi la pensava allo stesso modo a farle pervenire alla scuola. Un dato oggettivo e incontestabile. Nell’articolo si precisa esplicitamente che si tratta di una parte dei genitori e non viene attribuita loro alcuna rappresentanza dell’intera platea. Non vengono riportati toni offensivi né espressioni provocatorie; semplicemente si dà conto dell’esistenza di posizioni critiche, come avviene in ogni processo partecipativo complesso.
Per quanto riguarda l’accusa di faziosità e di mancanza di contestualizzazione, è opportuno ricordare alcuni elementi:
– il 4 novembre abbiamo pubblicato la prima notizia sull’avvio del percorso di consultazione sulla settimana corta
– il giorno successivo è stata offerta alla dirigente l’opportunità di intervenire e illustrare le iniziative democratiche in corso. Tuttavia, in quella occasione l’invito non è stato accolto
– il 20 novembre è stata pubblicata la notizia relativa alla missiva critica di un gruppo di genitori
– il 21 novembre la dirigente ha invece scelto di intervenire approfonditamente. Ciò ha portato alla pubblicazione di un’ampia intervista, affiancata da quella al rappresentante degli studenti.
Appare quindi evidente che il giornale ha garantito spazio a tutte le voci coinvolte, senza privilegiare alcuna posizione. Il pluralismo delle opinioni e la completezza dell’informazione sono stati assicurati con continuità.
Non è tutto. Abbiamo anche scritto dell’introduzione del monomestre all’inizio dell’anno scolastico e non ci sono state contestazioni nei nostri confronti. Siamo lo stesso quotidiano di allora. E l’ulteriore prova che il giornale non ha lanciato nessuna crociata complottista è la pubblicazione delle vostre argomentazioni.
Il confronto interno al liceo Oriani, come sottolineate anche voi, è un valore. Il giornale svolge semplicemente il proprio compito: raccontare ciò che accade, dando voce alle diverse prospettive quando queste emergono nello spazio pubblico.
Federico Spadoni