Ricette firmate in bianco all'ospedale di Ravenna, denunciati

Ravenna

RAVENNA. Le ricette lasciate in bianco con il timbro e la firma del medico erano a disposizione di una collaboratrice, sì specializzata, ma senza i titoli per prescrivere terapie. Cure destinate in particolare ai pazienti più piccoli, considerato il ramo della medicina in cui il ricettario veniva utilizzato: la foniatria. È all’esito di una serie di accertamenti eseguiti dai Nas di Bologna che sono partite le denunce per entrambe le professioniste in forza al reparto dell’ospedale di Ravenna. La foniatra, dirigente medico abilitato e convenzionato con l’Ausl per visitare negli ambulatori del “Santa Maria delle Croci”, dovrà rispondere di falsità ideologica in certificati, commessa nell’esercizio di un servizio di pubblica necessità. A sua volta anche la sua più giovane collaboratrice, con il titolo di logopedista, è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica.

Bambini fra i pazienti

I controlli dei carabinieri del nucleo Antisofisticazioni sono stati eseguiti su disposizione della Procura di Ravenna, per verificare quella che dovrebbe essere la corretta filiera del rapporto medico-paziente, fino alla prescrizione degli eventuali farmaci da assumere. Così, nel corso delle verifiche gli investigatori sono incappati in una pratica forse non così rara in campo sanitario: le ricette trovate nella disponibilità della logopedista - pur in possesso di laurea triennale all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia e autorizzata a seguire quelle patologie che colpiscono in particolare il linguaggio - non avevano alcun intestatario, né prescrizione medica.

Avevano però la firma della foniatra e il timbro, necessari per validare una qualsiasi ricetta medica. Secondo quanto messo in rilievo dalle indagini, la logopedista poteva dunque compilare a piacimento la ricetta con terapia e destinatario. Poteva anche prescrivere nuovi accertamenti clinici ai pazienti che non necessariamente si presentavano in ambulatorio in presenza del medico.

Le recenti indagini, ancora in corso, sono partite da una serie di segnalazioni, nelle quali si evidenziava come i pazienti fossero per lo più minori, bambini soprattutto con difficoltà come per esempio problemi nel parlare.
Sarà forse lo sviluppo degli accertamenti ad appurare se mai la logopedista abbia effettivamente prescritto in maniera arbitraria, consultandosi o meno con la foniatra, percorsi terapeutici che solo la superiore avrebbe potuto indicare. Fatto sta che ad ogni modo entrambe le donne sono state denunciate e dovranno rispondere davanti all’autorità giudiziaria di quelle ricette firmate in bianco trovate nell’ambulatorio dell’ospedale.

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