Una relazione tossica finita malissimo, con la denuncia per maltrattamenti, stalking e violenza sessuale. Accuse che, al netto dell’assoluzione per gli atti persecutori, ieri sono costate la condanna a 6 anni e mezzo per un 32enne residente nel Ferrarese con una provvisionale di 20mila euro alla parte offesa.
I fatti giudicati ieri dal collegio penale presieduto dal giudice Antonella Guidomei risalgono agli anni compresi tra il 2022 i primi mesi del 2024. In quel periodo la relazione appena nata e approdata a una convivenza avrebbe fatto i conti con la gelosia. Per la vittima - assistita dall’avvocato Daniela Saragoni del foro di Forlì-Cesena - il compagno avrebbe manifestato scatti d’ira repentini, sconfinati in aggressioni fisiche accusandola di presunti tradimenti e pretendendo che lei li confessasse. Durante una di queste circostanze lui l’avrebbe afferrata per il collo spingendola contro il muro, sul letto e contro mobili, per poi allontanarsi.
Ha una data ben precisa l’episodio dell’abuso sessuale, che sommato ai presunti maltrattamenti aveva portato la vittima a chiedere un risarcimento di 40mila euro. Sarebbe avvenuto il 23 dicembre del 2022, a casa della donna. Durante una lite il 32enne l’avrebbe afferrata per i capelli e trascinata per la stanza costringendola poi a subire un rapporto sessuale, terminato il quale se ne sarebbe andato proferendo la frase “te lo meriti”. E ancora, nella denuncia vengono citati altri eventi, quali minacce di compiere gesti autolesionistici qualora la donna non avesse accettato di riprendere la relazione, irruzioni in casa sfondando le porte e anche vessazioni psicologiche finalizzate a convincerla ad abortire (scelta effettivamente presa).
Tutte accuse respinte dalla difesa dell’imputato - rappresentato dagli avvocati Giovanni Scudellari e Leone Spadoni. I legali sostenevano che la parte offesa avesse sporto denuncia alimentata dal rancore, drammatizzando eccessivamente episodi e comportamenti tenuti dall’ex compagno nei momenti più conflittuali attraversati dalla relazione. Secondo i legali, il racconto della vittima non sarebbe credibile alla luce di contraddizioni e discordanze tra quanto riportato in querela e quanto poi riferito nel corso del dibattimento. Non sarebbero ma state refertate lesioni, lividi ecchimosi o segni al collo. Sarebbe «inverosimile», a giudizio dei difensori, non solo la ricostruzione della violenza sessuale ma anche il fatto che la coppia avesse poi intrattenuto rapporti consenzienti nei mesi successivi. Incongruenze che avevano portato anche la Procura a chiedere l’assoluzione. La sentenza è giunta nel pomeriggio di ieri. Non colpevole per i messaggi ritenuti troppo insistenti. Condannato per maltrattamenti e violenza sessuale.