Ravenna: vedovo raggirato per 80mila euro. Blitz alla consegna

RAVENNA - Vedovo e da anni in balia della depressione. Sarebbe diventato bersaglio di una serie di raggiri finalizzati a svuotargli il conto in banca, e arrivati a sottrargli qualcosa come oltre 80mila euro in un arco temporale imprecisato. L’ultimo episodio sarebbe avvenuto mercoledì scorso, quando la vittima, un 74enne residente nel Forlivese, avrebbe incontrato a Lugo una 38enne di Glorie di Bagnacavallo, Pamela Minguzzi. Ad assistere al passaggio del denaro, 350 euro in contanti, c’erano però i carabinieri, che da Lido Adriano si erano spinti fino a comune della Bassa Romagna sulla scia delle intercettazioni di un’indagine già in corso. Ed è così che al passaggio dei soldi sono intervenuti arrestando in flagranza la donna con l’accusa di circonvenzione d’incapace.

A dare il via all’indagine è stata la denuncia dei figli della vittima, probabilmente allarmati riguardo alle cospicue movimentazioni nel patrimonio del genitore. Forse proprio a partire da questa segnalazione sarebbero scattate le captazioni telefoniche, che hanno scoperto un allarmante giro di contatti con l’anziano. Fra gli interlocutori con i quali aveva rapporti sarebbe comparso anche il sedicente direttore di una nota banca del territorio, con accento straniero. Fantasiose le “storie” che gli si raccontava pur di sottrargli denaro; tra queste, anche una sorta di tranello in stile “il gatto e la volpe”; cioè chiedergli soldi con la promessa di sbloccare somme di denaro ancora maggiori, che naturalmente non tornavano mai nelle tasche del 74enne.

Secondo il capo d’imputazione formulato dal sostituto procuratore Antonio Vincenzo Bartolozzi, sarebbero state almeno cinque le dazioni, definite «consistentissime» dal giudice per immagini Corrado Schiaretti. A sottrarle al povero vedovo non sarebbe stata solo la 38enne ravennate; la donna è infatti indagata in concorso con altre persone la cui identità, se nota agli inquirenti, è per il momento coperta da segreto d’indagine. Se in prima battuta l’arrestata ha riferito di conoscere l’anziano solo da circa 6 o 7 mesi, non è infatti escluso che la circonvenzione abbia origini più datate. Lo dimostrerebbe l’atto di denuncia dei figli della vittima, in seguito alla quale è stata disposta una consulenza tecnica che ha di fatto attestato la fragilità dell’uomo e la sostanziale incapacità di difendersi da potenziali raggiri.

Ieri mattina la 38enne arrestata si è collegata dal carcere di Forlì in videoconferenza con il tribunale di Ravenna, dove si è tenuto l’interrogatorio di garanzia.Difesa dall’avvocato Raffaele Coletta, è avvalsa della facoltà di non rispondere. Dovrà restare in carcere; così ha deciso il gip, alla luce dei precedenti (pur non avendone di specifici, la donna ha già alle spalle una sentenza che si è conclusa con l’affidamento in prova), valutati dal giudice come indicativi di una personalità potenzialmente pericolosa.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui