Ravenna. Uccise la figlia buttandosi dal palazzo: assolta per incapacità di intendere e volere

Ravenna
  • 04 giugno 2025

È stata assolta per totale incapacità di intendere e volere Giulia Lavatura Truninger, la 43enne accusata dell’omicidio volontario della figlia Wendy, di appena sei anni, precipitata l’8 gennaio 2024 dal nono piano del palazzo di via Dradi 39 a Ravenna in un drammatico gesto estremo. La sentenza è stata pronunciata oggi dalla Corte d’assise di Ravenna, presieduta dal giudice Giovanni Trerè con Antonella Guidomei a latere, al termine della requisitoria del pubblico ministero Stefano Stargiotti, che a sua volta aveva chiesto l’assoluzione ritenendo l’imputata non imputabile al momento dei fatti.

La Corte ha disposto nei confronti della donna la misura della libertà vigilata per almeno un anno, con divieto di allontanarsi se non accompagnata dal personale della comunità terapeutica dove è attualmente in cura, e con l’obbligo di seguire la terapia farmacologica stabilita dalla struttura.

Il procedimento si è concluso con un’aula quasi deserta, segno del dolore intimo che circonda la tragedia. Presenti solo il padre e la zia dell’imputata. Nessuna parte civile si era costituita, neppure il padre della bambina, Davide Timò, rappresentato dal suo legale. Durante l’udienza erano stati acquisiti gli atti dell’incidente probatorio, inclusa la perizia psichiatrica che aveva già evidenziato la totale incapacità di intendere e volere della donna, pur riconoscendone la pericolosità sociale.

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