Ravenna: uccise compagno, scarcerata col braccialetto elettronico

Ravenna

Il tribunale del Riesame ha disposto i domiciliari con braccialetto elettronico per Maila Conti, la 51enne di origini milanesi ma residente nel Piacentino accusata di aver ucciso con una coltellata all’addome il compagno 61enne Leonardo Politi la notte tra il 12 e il 13 agosto di un anno fa a Lido Adriano. La donna, assistita dagli avvocati Carlo Benini del foro di Ravenna e Wally Salvagnini di quello di Piacenza, ha lasciato il carcere di Forlì per raggiungere l’abitazione di Travo dove resterà in attesa dell’inizio del processo in Corte d’assise che a causa dell’emergenza coronavirus è slittato a settembre. La prima udienza, fissata per l’inizio di maggio, è stata posticipata alla luce della pandemia.
La donna dovrà affrontare il pubblico dibattimento; l’aggravante di avere colpito a morte il convivente, che inserisce il “delitto del chiosco” tra quei reati previsti dalla legge “Codice rosso”, non consente di essere giudicati “a porte chiuse” con rito abbreviato e la possibilità di fruire dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna.
I fatti
Quando intervennero i carabinieri (l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Antonio Vincenzo Bartolozzi, è stata portata avanti dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile e dell’Investigativo) trovarono Politi accasciato in fin di vita appoggiato allo sportello della propria auto parcheggiata nelle vicinanze della piadineria.
La difesa
Accanto a lui la donna in lacrime che, durante l’interrogatorio, aveva riferito di averlo ferito con un coltello da cucina nel corso di una lite. Lama che a suo dire aveva afferrato indietreggiando per paura che il compagno l’aggredisse (su di lei sono state riscontrate alcune ferite lievi medicate al pronto soccorso) e che nella colluttazione tra i due aveva provocato il colpo fatale.
L’accusa
Secondo l’accusa, invece, il fendente sarebbe stato inferto con la consapevolezza di quali sarebbero stati gli effetti. La lama, recita il capo d’imputazione, era «saldamente impugnata con la mano destra», in modo da provocare un’emorragia fatale.

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