Ravenna, trova spazzatura e acido sull’auto. Ma la coinquilina viene assolta dalle accuse

Ravenna
  • 28 ottobre 2023

L’ospite è come il pesce - recita il noto adagio -, dopo due giorni puzza. Nel caso in questione, la convivenza tra due ragazze ravennati è durata due settimane prima di degenerare. E quando la padrona di casa ha deciso di cacciare l’ospite, quest’ultima l’ha denunciata per danneggiamenti, ritenendola responsabile di un dispetto mica da poco: una colata di acido versato sul tettuccio della sua auto, insieme a un sacco della spazzatura pieno di alimenti che la ragazza aveva lasciato in frigorifero. Una sorta di firma quegli avanzi di cibo lasciati sulla carrozzeria corrosa, secondo la proprietaria dell’auto. Tant’è che la sua denuncia ha portato a un decreto penale di condanna da 7mila euro, che l’imputata - assistita dall’avvocato Samuele De Luca - ha impugnato, finendo così davanti al giudice monocratico Roberta Bailetti che nei giorni scorsi ha chiuso definitivamente la vicenda pronunciandosi con l’assoluzione.

Tutto risale al 24 ottobre del 2021. Quello il giorno della denuncia sporta dall’inquilina ai carabinieri di Ravenna, all’epoca 28enne. Aveva riferito di essere andata a lavorare la sera prima in un ristorante etnico in via Armando Gnani, parcheggiando l’auto, una Fiat Panda, intestata alla madre. A fine turno, erano circa le 22.50, al momento di risalire sulla vettura per rincasare aveva notato il veicolo imbrattato: un liquido denso, poi risultato essere la vernice della carrozzeria corrosa. E sul tettuccio il sacco della spazzatura contenente il cibo a lei familiare.

Nella denuncia la ragazza aveva riassunto il fulcro delle discussioni con l’amica che l’aveva accolta in casa. Tensioni legate in particolare al pagamento dell’affitto concordato, rivendicato tra l’altro via messaggio dalla proprietaria dell’appartamento; proprio i messaggi ricevuti, percepiti dalla 28enne come minacciosi, sono finiti nella denuncia. “Voglio le 150 euro delle due settimane di settembre, diversamente ti comunico che avrai dei problemi, le pretendo perché non te le sei meritate”. A sostegno di quanto lamentato, l’ex inquilina aveva pure fornito ai carabinieri il nome di una conoscente, la quale sosteneva di avere notato una signora dalle sembianze simili alla padrona di casa.

Per la difesa, tuttavia, non c’erano prove né testimonianza valide a sostenere l’accusa. Linea che evidentemente ha fatto breccia portando all’assoluzione.

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