Ravenna, treno soppresso a metà percorso. “Pendolari lasciati in stazione”

Ravenna
  • 22 novembre 2025

RAVENNA - L’odissea dei pendolari sulla tratta Ravenna–Rimini non si ferma. Dopo settimane segnate da ritardi, cancellazioni improvvise e stazioni periferiche prive di sorveglianza, ieri l’ennesima mattinata di disagi ha messo in difficoltà decine di viaggiatori, molte delle quali insegnanti dirette alle scuole superiori di Ravenna. Un quadro che conferma quanto già denunciato in più occasioni: negli ultimi due mesi si contano almeno quindici episodi gravi tra ritardi oltre i dieci minuti, corse soppresse e mancate informazioni ai passeggeri. Il nuovo caso riguarda il treno partito da Rimini alle 7.35, transitato da Cesenatico intorno alle 8.01 e arrivato a Cervia verso le 8.10, dove però si è fermato definitivamente senza raggiungere Ravenna. Una professoressa di Storia dell’Arte, pendolare da Cesenatico, racconta i momenti concitati: «A Cervia il personale stava controllando i biglietti quando una donna si è sentita male. Era senza cappotto, tremava, aveva solo una coperta. Non aveva il biglietto e ha detto di stare molto male. Sono stati chiamati i soccorsi, arrivati anche in tempi rapidi, ma la situazione ha richiesto tempo perché la donna non poteva essere lasciata da sola in una stazione completamente priva di personale».

Intorno alle 8.25 è arrivata la comunicazione più temuta: il treno sarebbe stato soppresso e rimandato a Rimini. «Siamo stati costretti a scendere nel nulla della stazione e ad attendere al freddo il treno successivo quasi un’ora, fino alle 9.20. Una signora che quel giorno aveva la prima seduta di chemioterapia è scoppiata a piangere dalla disperazione. Io sono arrivata a scuola poco prima delle 10, perdendo un’ora di lezione che non mi verrà retribuita. Non se ne può più: questi episodi sono sempre più frequenti». La docente denuncia anche la totale assenza di sorveglianza tra Cervia e le altre stazioni intermedie. «C’è personale solo a Rimini e Ravenna. Le comunicazioni arrivano con il contagocce e i reclami restano senza risposta. Salire su questi treni – termina – significa non sapere mai a che ora arriverai a destinazione».

Questa testimonianza si aggiunge a un elenco ormai lungo: ritardi quotidiani, soppressioni improvvise, mancanza di informazioni tempestive e stazioni periferiche senza alcun presidio, come denunciato da più pendolari nelle scorse settimane. Per molti lavoratori – docenti, medici, studenti – scegliere il treno sta diventando un rischio calcolato, spesso pagato con ore perse, disagi economici e un crescente senso di insicurezza. A confermare che i disagi non sono sporadici arriva anche un’altra pendolare, medico e viaggiatrice abituale del treno Ravenna–Pesaro. «Martedì mattina – racconta – il treno delle 6.26 è stato cancellato a Cervia per problemi sulla linea. Doveva arrivare un bus sostitutivo, ma non si è visto. Sono tornata a Ravenna e ho preso l’auto. Ogni settimana c’è un problema diverso, è frustrante».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui