Ravenna, tentato omicidio in piazza Baracca. Il negoziante ai domiciliari

RAVENNA - Siddiqur Sarder andrà agli arresti domiciliari: così ha deciso il giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti sciogliendo la riserva assunta dopo l’udienza di convalida di venerdì scorso. Il 43enne del Bangladesh, difeso dall’avvocato Michele Dell’Edera, deve rispondere del reato di tentato omicidio aggravato contestatogli dal pubblico ministero Francesco Coco, titolare del fascicolo: nella notte del 28 febbraio il cingalese ha inferto 17 colpi con un coltellino da formaggio contro una 36enne algerina che si era recata nel suo minimarket di alimentari in piazza Baracca.

L’uomo di fronte al giudice aveva sostenuto di essersi sostanzialmente difeso da un tentativo di rapina da parte della donna, che lo avrebbe minacciato con la pretesa di ottenere un prestito da 80 euro: spinto schiena a terra, sarebbe quindi riuscito a divincolarsi impossessandosi dell’arma e usandola contro la 36enne. Fino a che la donna - tuttora ricoverata in ospedale - non si sarà ripresa e non saranno visionate le immagini delle telecamere interne dell’alimentari, quella di Sarder è l’unica versione dell’accaduto. Una versione che però presenterebbe alcune lacune, almeno secondo il gip, che giudica la narrazione «limitatamente convincente, a tratti non comprensibile nella logica e certamente non confermata da alcun elemento istruttorio». Diversi, per il magistrato, gli aspetti da chiarire, a cominciare dalla natura del rapporto fra i due protagonisti della vicenda, sulla quale forse l’unica certezza è che non rispecchiasse le normali dinamiche negoziante-cliente. Stando a quanto dichiarato dal 43enne nell’interrogatorio, quella del 28 febbraio sarebbe stata la terza volta in cui i due si vedevano: in due occasioni la donna avrebbe chiesto piccoli prestiti, 10 e 20 euro, poi la terza pretesa, appunto da 80 euro, sfociata nel sangue. A fare chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto in piazza Baracca potrebbe essere una terza figura che alcuni testimoni oculari dicono di aver visto all’interno del minimarket, poi volatilizzatasi nel parapiglia. Un misterioso individuo «indossante un giubbino rosso», presumibilmente connazionale del 43enne arrestato: per il gip sarebbe questo soggetto «l’unico che potrebbe confermare o smentire possibili ricostruzioni», tuttavia Sarder ne ha negato la presenza nel negozio.

In una vicenda dai contorni ancora piuttosto evanescenti, specialmente per quanto riguarda «la curiosa forma di tentata rapina» descritta in udienza di convalida, il giudice ritiene però di poter condividere la contestazione del tentato omicidio, valutando in particolare il numero di colpi inferti e le zone del corpo attinte: 6 fra collo, cranio e zona periorbitale. Necessaria, quindi, una misura custodiale, ma - come era stato richiesto dal legale dell’uomo - non il carcere, vista anche l’incensuratezza del 43enne.

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