Ravenna, stop ai monopattini in diga

Ravenna

RAVENNA - Le biciclette sono salve, i monopattini no. La nuova disciplina degli accessi dettata da Autorità Portuale per quanto riguarda ledigheforanee mette fuorilegge il mezzo di trasporto più glamour ma da molti considerato poco sicuro. Un pregiudizio forse, ma di certo sfrecciare in monopattino sulle dighe di Marina di Ravenna e di Porto Corsini potrebbe non essere la migliore delle idee. Non è solo il mare ad essere un fattore dipericolo e, anzi, forse il rischio del tuffo è il minore dei mali. L’asfalto, spesso accidentato della diga, aumenta il rischio cadute, ancora più grave considerando che ai fianchi dei lunghissimi moli ravennati sono posizionate le scogliere. Ruzzolare sopra uno di quei sassi è probabilmente il pericolo maggiore che ha suggerito ad Autorità portuale di vietare l’utilizzo dei monopattini per percorrere le dighe.

Sono salve, invece, le biciclette. Non è così scontato: nel 2020 Autorità portuale aveva ipotizzato l’arrivo di tornelli sulle dighe foranee per vietare l’ingresso alle bici, sempre in nome della sicurezza. Si è poi deciso di soprassedere, anche per le proteste dei tanti amanti delle biciclettate lungo i quasi tre chilometri di diga e dei pescatori sportivi che sarebbero costretti a camminare con tutta l’attrezzatura (spesso ingombrante). Questi, previa autorizzazione, possono anche accedere con auto o moto per trasportare l’attrezzatura necessaria all’attività di pesca.

Sparisce poi del tutto la prescrizione – sostanzialmente inosservata – di condurre le bici a mano e ora si parla invece della necessità di tenere un’andatura a passo d’uomo. Il regolamento vieta anche di salire sui sassi ma, c’è da scommetterci, anche questa norma sarà largamente disattesa. In caso di allerta meteo o comunque, di condizioni meteo-marine avverse, è vietato a chiunque l’accesso ed il transito sulle dighe foranee e sui moli guardiani ed è fatto obbligo a chiunque ci si trovi di abbandonare subito le infrastrutture. Per i trasgressori è prevista una sanzione amministrativa che può andare dai 51 ai 309 euro.

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