Ravenna. Stadio blindato, il prefetto: «Il problema? Il Benelli è in centro»

Ravenna
  • 26 agosto 2025

L’organizzazione delle partite di calcio nei campionati professionistici impone un equilibrio sempre più delicato tra sicurezza pubblica ed esigenze di vivibilità urbana. Il caso del Bruno Benelli, tornato ad accogliere il grande pubblico con l’approdo del Ravenna in Serie C, ha riportato al centro dell’attenzione le modalità di gestione degli eventi sportivi ad alta affluenza in impianti cittadini, con disagi segnalati tanto dai tifosi quanto dai residenti, in particolare quelli di via San Mama.

Sabato scorso, in occasione della sfida contro il Campobasso, le misure di sicurezza attuate attorno allo stadio sono apparse a molti eccessive: percorsi chiusi anche a pedoni e biciclette, recinzioni nell’area antistante l’impianto, limitazioni alla circolazione e controlli stringenti hanno sollevato più di una perplessità. L’immagine restituita è quella di un impianto “blindato”, con effetti collaterali non trascurabili: parcheggi lontani, lunghi tempi di accesso e disagi sia per i tifosi, sia per i cittadini non coinvolti nell’evento.

Le parole del prefetto

Sollecitato sul tema, il prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi ha spiegato il processo decisionale che porta all’adozione di tali misure. «I dettagli tecnici di sicurezza per ogni partita sono stabiliti dal questore, attraverso un’ordinanza - chiarisce Ricciardi - sulla base di quanto definito in un tavolo tecnico (in cui siedono, oltre alla Questura e alla Prefettura, anche le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, il 118, le due società e il responsabile della sicurezza dello stadio, ndr)». Fondamentale è la valutazione del livello di rischio dell’evento, secondo i criteri indicati dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

L’approdo in Serie C ha comportato un salto di livello anche sotto il profilo della sicurezza, spiega ancora il prefetto. «Questa categoria implica la presenza di tifoserie più numerose e talvolta più vivaci. È necessario adeguare le misure al nuovo contesto, anche in funzione dell’eventuale rivalità tra tifoserie». In particolare, Ricciardi sottolinea che «la posizione dello stadio in pieno centro urbano rende più complessa l’applicazione di misure efficaci e allo stesso tempo poco invasive. È un problema già vissuto ad Alessandria e comune a molte città. Anche a Bologna, dove abito, quando c’è una partita i disagi per la viabilità sono inevitabili».

Il caso delle “gabbie”

Per quanto riguarda le cosiddette “gabbie” nei pressi dello stadio - una delle criticità più discusse - il prefetto precisa che «si tratta di normali aree di filtraggio, previste da tempo in tutti gli impianti sportivi per gestire i flussi di pubblico in condizioni di sicurezza. Non sono barriere punitive, ma strumenti di gestione e prevenzione».

Infine, sulla possibilità di rivedere tali misure nelle prossime partite, Ricciardi non esclude cambiamenti, ma ribadisce che ogni evento viene trattato singolarmente. «Non so se le stesse modalità verranno replicate, dipenderà dalla valutazione del rischio. È possibile che si ripresentino in altre occasioni, soprattutto in presenza di tifoserie con cui esistano rivalità storiche».

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