Ravenna, si buttò dal balcone per paura: marito condannato

Ravenna

Lui aveva estratto il coltello e iniziato a inseguire la moglie per l’appartamento. Lei, terrorizzata e senza alcuna via di fuga, alla fine aveva preso la decisione più estrema, gettarsi dal balcone della loro casa, facendo un volo di cinque metri e atterrando nella sottostante via Cairoli davanti agli occhi di passanti sbigottiti. Ieri pomeriggio il marito, un 35enne di origine afgana, ma di nazionalità italiana, è stato condannato con rito abbreviato a 4 anni e 10 mesi di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata, maltrattamenti, minacce e sequestro di persona.

Il drammatico episodio risale al 3 maggio dell’anno scorso. Sono da poco passate le cinque del pomeriggio, quando tra le strade del centro una giovane 27enne si schianta sulla strada. I passanti, atterriti, non capiscono cosa possa essere successo e chiedono l’immediato intervento dell’ambulanza. La donna, per fortuna non in fin di vita, viene trasporta d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena per essere curata. I carabinieri del nucleo operativo intervenuti sul posto si rendono però subito conto che, quella caduta dal balcone di casa, non è la conseguenza di un incidente domestico. Viene informato il pubblico ministero di turno, Angela Scorza, e parte l’indagine per chiarire i contorni di una vicenda inquietante.

Le indagini

Cosa sia accaduto dentro l’appartamento quel pomeriggio di un anno fa si scopre in brevissimo tempo. La giovane donna anche lei di origine afgana non cadde per un tragico incindente, ma si gettò di sua spontanea volontà, per sfuggire all’ira del marito che la stava minacciando brandendo un coltello. L’uomo venne inizialmente arrestato con l’accusa di tentato omicidio, per aver provato ad accoltellare la moglie costringendola poi a quel gesto estremo pur di salvarsi la vita.

Sotto la superficie di un gesto tanto disperato si scopre ben presto, però, un passato difficile della coppia. Un passato fatto di violenze reiterate da parte dell’afgano nei confronti della 27enne. Emergono maltrattamenti in famiglia, continue minacce, e abusi ripetuti che la donna, sentita dagli inquirenti, denuncia senza esitare. Raccontando anche di essere stata più volte costretta a rimanere reclusa in casa, da cui l’accusa anche per sequestro di persona. L’ipotesi di tentato omicidio sull’episodio del 3 maggio, invece, viene meno in fase d’indagine.

Assistito dall’avvocato Luca Donelli, dopo il rinvio a giudizio il 35enne chiede di poter accedere a un rito alternativo. E ieri pomeriggio è comparso davanti al gup Andrea Galanti, che lo ha condannato.

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