Ravenna, scontro in aula sul testamento di Pini. La grafologa: «C’è la mano di Bazzoni»

Ravenna

Una cosa è certa: il testamento di Luigi Pini, compianto bancario ravennate scomparso il 7 giugno del 2021, è falso. Su questo concordano due grafologhe, una incaricata dalla figlia del defunto, Patrizia, e l’altra nominata invece Gianguido Bazzoni. Che c’entra l’ex consigliere regionale di Forza Italia? Un tempo era amico fidato del ricchissimo funzionario di banca tanto da aiutarlo negli anni della pensione, quando ancora riceveva clienti nell’ufficio fornito dall’istituto di credito di San Pietro in Vincoli. Ora è imputato per falso. L’accusa è che dietro le ultime volontà falsificate ci sia la sua mano. Il movente? Bazzoni era indebitato con l’ex bancario, per la bellezza di 218mila euro. E guarda un po’, il documento svincola tutti i debitori che avevano ricevuto denaro in prestito da Pini dal restituire quanto ricevuto. E mica spicci: fatta la somma, si parla di 400mila euro. A orientare i sospetti sull’ex politico c’è poi un ulteriore aspetto: sarebbe stato lo stesso funzionario in pensione a confidare alla figlia prima di morire di aver chiesto a Bazzoni di rientrare con il suo debito.

«E’ la mano di Bazzoni»

E’ questa la cornice che ha portato Patrizia Pini a denunciare Bazzoni, sventolando due consulenze calligrafiche che indicherebbero senza dubbio l’ex consigliere azzurro come autore del manoscritto falso. E’ la conclusione riportata ieri nell’aula del tribunale, davanti al giudice Cosimo Pedullà, dalla dottoressa Ricci, grafologa scelta dall’avvocato Stefano Spinelli, costituitosi parte civile per la figlia del bancario. Il manoscritto, spiega, «è tutto riconducibile ad un’unica mano» fra «numerose variazioni grafiche, un dinamismo costante, l’inclinazione, la spaziatura tra le lettere (...) cha abbiamo rinvenuto nella scrittura di Bazzoni». Insomma, conclude «si parla di una totalità di corrispondenze».

Divergenze fra consulenti

Ci si aspetterebbe una consulenza diametralmente opposta da parte della difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Giovanni Vallese, che si è servita della dottoressa Cristofanelli. Invece “ni”. La specialista fa una netta distinzione tra la prima e la seconda parte del testamento: scritto a matita, con tanto di errori grossolani, fra i quali il codice fiscale del defunto e il refuso nella località indicata, “Cottignola”, inizia con un «ritmo spiccatamente rallentato e accurato, forse legato a un intento imitativo, che si riscontra anche nella firma». In questa parte «marcatamente imitata - secondo l’esperta - non è evidente chi sia l’imitatore». Eppure per quanto riguarda la seconda parte del documento, la valutazione è simile a quella della collega: «Dove la grafia si fa più spontanea ci sono elementi di compatibilità con la grafia di Bazzoni» riguardo «a coesione, pressione, esecuzione personalizzata di alcune lettere che effettivamente corrispondono». Questo la porta a non escludere che «potenzialmente ci siano due mani nel testo».

L’esposto della figlia di Pini

Nel corso del processo è già stata sentita la figlia del bancario. Descrivendo il padre come «assolutamente lucido» fino agli ultimi giorni, ha ricordato quando, due mesi dopo il lutto, il 2 agosto, arrivò la mail di un avvocato che la informò dell’esistenza del testamento di cui non sapeva nulla. Scritto a matita, contrariamente a quanto fosse solito fare il genitore, recapitato con un francobollo senza timbro postale, annullava i crediti vantati nei confronti di svariate persone. Tra queste, appunto, Bazzoni, al quale non solo veniva cancellato ogni debito, ma gli si donavano pure altre proprietà.

Nessuno tra i beneficiari indicati nel manoscritto ha accettato l’eredità. Chiaro segnale che tutti ritengono che il documento non sia autentico. Ma per risalire all’autore e chiarire i punti contrastanti tra le due consulenti, il giudice potrebbe a questo punto nominare un proprio perito nel corso del processo. Aspetto non ancora deciso. Sarà invece Bazzoni in prima persona a dare la propria versione dei fatti in occasione della prossima udienza.

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