Ravenna. Pretende di fare la mantenuta in casa: violenze contro la madre, figlia a giudizio

Madre, figlia, nipotina. Vivevano tutte sotto lo stesso tetto. L’atmosfera che si respirava in casa, tuttavia, non era affatto quella di una famiglia serena. Ed è il motivo alla base del processo che vede imputata una 43enne ravennate. Nonostante la residenza ufficiale risulti a Forlì, fino alla fine dell’estate scorsa condivideva la casa a Ravenna con la madre 77enne e con la propria figlioletta in età da scuola materna. Proprio nell’abitazione dell’anziana, sarebbero avvenuti i fatti che hanno portato la figlia al rinvio a giudizio al termine dell’udienza preliminare davanti al giudice Corrado Schiaretti.

I fatti sono collocati, stando al capo d’accusa formulato dal sostituto procuratore Marilù Gattelli, nell’estate del 2023. In quel periodo, le tensioni in casa riguardavano soprattutto aspetti della vita economica della famiglia. La 43enne, argomenta l’accusa, si rifiutava di condividere le spese domestiche quotidiane con la madre. Bastava questo ad accendere discussioni che esplodevano in violenze fisiche e verbali, con la conseguenza che la madre era stata costretta a indebitarsi per pagare bollette e altri costi. Intanto l’imputata si lasciava andare ad insulti che nessun genitore vorrebbe mai ascoltare pronunciati dalla bocca di una figlia: “Schifosa, madre di m., le brave mamme accolgono i figli senza chiedergli nulla”.

In altri casi i litigi nascevano per via della gestione della bimba. Ne scaturivano veri e propri episodi di violenza anche fisica. Come accaduto il 17 settembre dell’anno scorso. Mentre la 77enne si trovava seduta sul divano, la figlia l’avrebbe colpita per tre volte alla schiena, rivolgendosi con altri improperi, come “Ciccia, questa è casa mia”. Ne sarebbe nata pure una colluttazione: afferrata per le braccia la “nonna” sarebbe stata spinta dalla figlia contro un mobile. Con un piatto in mano l’avrebbe poi minacciata di colpirla, limitandosi però a mandarlo in frantumi contro uno spigolo del tavolo. In quell’occasione le avrebbe detto “Adesso ti ammazzo”. Quel giorno stesso la 77enne è andata all’ospedale, uscendone con una prognosi di 4 giorni.

è per questo motivo che ora la vittima, difesa dall’avvocato Valentina Bartolini, ha deciso di costituirsi parte civile contro la figlia, la quale, a sua volta assistita dall’avvocato Andrea Baldrati, dovrà difendersi anche in merito all’aggravante di avere fatto assistere alla asserite violenze pure la propria bimba ancora minorenne.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui