Ravenna: porti, nomine bloccate in tutta Italia, Petri al centro dello scontro Fdi-Lega

Ravenna

Lo scontro in corso tra Lega e Fratelli d’Italia, le nomine dei presidenti dell’Autorità portuale bloccate in tutti i porti italiani, Ravenna compresa , e l’intera portualità nazionale che piomba in un caos che non ha precedenti.

Sono giornate convulse quelle che stanno vivendo le banchine del Belpaese e al centro del cortocircuito politico ci sarebbe anche una delle nomine che vedono Ravenna protagonista. Ma non quella che dovrebbe portare Francesco Benevolo a sostituire il presidente uscente di Ap Daniele Rossi negli uffici di via Antico Squero, bensì quella che - un po’ a sorpresa per gli addetti ai lavori - farebbe diventare l’esponente locale di Fratelli d’Italia nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale che comprende gli scali di Civitavecchia, Gaeta e Fiumicino.

Lo storico dirigente locale del partito di Giorgia Meloni, marito della senatrice di Fdi Marta Farolfi, sarebbe infatti al centro del braccio di ferro tra i due alleati di Governo. Sulla scelta di Petri - secondo i bene informati - peserebbe infatti la sua situazione anagrafica e il fatto di essere formalmente pensionato. Stando a una interpretazione delle norme a lui sfavorevole, le leggi attuali renderebbero possibile il conferimento di cariche pubbliche agli over 70 in pensione solo a titolo gratuito, e solo per un tempo massimo di un anno.

Uno scoglio normativo sul quale si sarebbe arenata la trattativa tra il partito della Meloni (Fdi) e quello del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini (Lega). Il braccio di ferro, che si protraeva da settimane, ha però avuto un suo effetto domino anche in sede parlamentare.

Ieri il presidente della Commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda (anche lui di FdI), ha chiesto la sospensione di tutte le votazioni sulle nomine dei candidati presidenti delle Adsp fino a che il governo non abbia trasmesso tutte le proposte alle Camere. Poco dopo anche la Commissione del Senato ha seguito la stessa linea.

Bakkali critica

Una decisione che ha generato la dura reazione della parlamentare ravennate Ouidad Bakkali: «Questa scelta rischia di determinare una paralisi senza precedenti nella portualità italiana - ha dichiarato la deputata dem -. Una situazione che il settore non può permettersi e che mette a serio rischio la competitività dei nostri scali nel contesto internazionale».

Bakkali ha poi richiamato l’attenzione sulla condizione di stallo che coinvolge anche lo scalo marittimo di Ravenna: «Non possiamo accettare che i porti italiani restino ostaggio di logiche spartitorie e di giochi politici. Ravenna è un’infrastruttura strategica per il sistema logistico e produttivo del Paese e dell’Adriatico, fondamentale per la tenuta occupazionale e per il futuro del territorio. Il Governo faccia chiarezza e garantisca tempi certi per le nomine: il porto di Ravenna e tutto il comparto meritano rispetto e governance stabile».

Gli scenari

Ma quanto durerà il limbo delle nomine portuali? Al momento due gli scenari possibili. Il primo - quello meno auspicabile per Ravenna - prevede un possibile rinvio generale almeno fino alla prossima nomina di peso in vista, ovvero quella di Palermo, con scadenza fissata a metà luglio e ratifica che potrebbe arrivare tra settembre e ottobre.

Il secondo scenario invece vedrebbe l’entrata diretta in campo del Ministro Salvini che, in attesa di poter aver il voto favorevole delle commissioni, potrebbe forzare la mano, nominando i successori delle Autorità portuali come se fossero Commissari, in attesa della ratifica a presidenti.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui