Grazie, che bella festa»: recita così lo striscione che campeggia in questi giorni a fianco del cartello che si incontra entrando a Pezzolo, frazione di Russi. Un ringraziamento condito da una buona dose di sarcasmo, perché l’evento in questione, la festa parrocchiale attesa da tutta la comunità e tradizionalmente fissata nella quarta domenica di ottobre, quest’anno, dopo decenni, per la prima volta non si è tenuta. E molti, in paese, danno la colpa all’amministratore parrocchiale don Luca Ravaglia, reo, a loro dire, di aver sottratto a Pezzolo la sua manifestazione più caratteristica. Questioni serie in una frazione sorta, secondo un racconto tra miracolo e leggenda, nel punto in cui un contadino, lavorando il terreno con l’aratro, spezzò a metà un sasso da cui fuoriuscì sangue.
Oggi pare che anche il rapporto tra la Chiesa e diversi parrocchiani si sia spezzato e a fungere da pomo della discordia è la mancata organizzazione della tanto sospirata festa. L’annuncio era arrivato a metà ottobre dall’organizzazione della “Festa de Mutor”, un evento tradizionalmente legato alla sagra autunnale ma calendarizzato in giugno: «Siamo consapevoli dell’importanza che questo evento riveste per la nostra comunità e desideriamo ringraziare tutti per la comprensione, la vicinanza e l’affetto dimostrato nel tempo». Alla sobrietà del messaggio si contrappone l’animosità delle reazioni, in un profluvio di commenti sui canali social che poi è sfociato anche nell’affissione dello striscione di protesta. Il tenore delle considerazioni è sempre il medesimo: «Si sono svolte tutte le sagre nelle frazioni del Comune di Russi tranne quella di Pezzolo, che tristezza»; «Per colpa di qualcuno non c’è festa per nessuno» e così via. E quasi tutti puntano il dito contro l’amministratore parrocchiale don Luca Ravaglia.
Ma la versione del sacerdote è diversa: «L’organizzazione dell’evento è sempre spettata al circolo, non alla parrocchia - premette -. Ma in ogni caso, non è questione di volere o meno la festa, più che altro occorrono spazi e attrezzature in regola, ci sono delle responsabilità nei confronti di chi partecipa ed ora è necessaria una messa a norma. Io non ho vietato nulla, ho solo chiuso l’accesso a tre locali della canonica perché mi sono accorto che l’impianto non era in regola». Problemi che si estenderebbero anche ad alcuni elementi strutturali. Insomma, per don Luca è necessario in prima battuta la natura della festa: «Una storia bella, di impegno, ma oggi non si possono fare le cose come 40 anni fa. Circolo e parrocchia devono dialogare, anche perché di sicuro questo stop non mi rallegra, ma bisogna anche avere il coraggio di fermarsi per pensare a come ripartire. Nella speranza che ci si possa chiarire e andare avanti».