Ravenna, nuovi medici al pronto soccorso per casi non urgenti

RAVENNA. Nuovi medici per assistere i pazienti meno gravi, soprattutto gli anziani che rischiano lunghe attese a causa di un pronto soccorso che solo in questi giorni di allarme Coronavirus – come scritto ieri su queste colonne – ha visto calare del 30 per cento gli utenti. Si tratta di quelli che vengono classificati come “accessi impropri” e che causano le lunghe attese in corsia. Per migliorare la situazione l’Ausl Romagna instaurerà rapporti di lavoro autonomo con alcuni camici bianchi che opereranno in appositi ambulatori inseriti nei dipartimenti di urgenza, visitando i pazienti meno gravi, evitando loro una lunga attesa e sgravando il lavoro dei colleghi che potranno così concentrarsi sui casi più urgenti.

I nuovi codici d’urgenza
A dare una mano sarà anche il nuovo triage introdotto dalla Regione. Si tratta di inserire un nuovo codice di urgenza, portando il totale a cinque: oltre agli attuali (bianco, verde, giallo, rosso), il triage infermieristico avrà la possibilità di classificare un caso come “azzurro” che come gravità si inserisce tra il bianco (il codice meno grave) e il verde. Nella pratica, questa nuova organizzazione si traduce in un percorso diverso per i pazienti che si presentano al pronto soccorso con le situazioni meno gravi, classificabili come codici “azzurri” e “verdi”. Soprattutto i pazienti anziani che presentano criticità classificabili in questo senso saranno indirizzati verso appositi ambulatori che, nei momenti di maggiore affollamento in pronto soccorso, saranno un supporto prezioso a medici e infermieri che operano in urgenza. Tali ambulatori, secondo il piano dell’azienda sanitaria, verranno inseriti nei vari pronto soccorso.

I medici collaboratori
A prendere in carico i pazienti saranno quelli che vengono definiti “medici collaboratori” e che imposteranno il percorso di cura diminuendo i tempi di attesa della prima visita. Il piano dell’Ausl Romagna prevede anche la «facilitazione di tutte le prestazioni intermedie». In altre parole i tempi per consulenza e diagnostica radiologica dovrebbero velocizzarsi, così come quelli per le dimissioni del paziente a casa, con il supporto della figura del cosiddetto caregiver o – se necessario – l’indirizzo verso altri reparti. Il primo passo verso questa riorganizzazione sarà quella di cercare i medici che la renderanno possibile. Con loro sarà stipulato un rapporto di lavoro autonomo improntato sulla massima flessibilità. I medici interessati saranno inseriti in una graduatoria stilata appositamente dall’Ausl e selezionati tramite bando pubblicato sul sito istituzionale dell’azienda sanitaria.

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