Ravenna, nel 2026 nuova tariffa rifiuti a pieno regime. Preoccupazione per le imprese

RAVENNA - Se per le bollette domestiche l’importo tra Tariffa Corrispettiva Puntuale (Tcp) e la vecchia Tari non dovrebbe cambiare granché, per le utenze non domestiche è importante «che ogni esercente valuti attentamente la dimensione e il numero di contenitori a propria disposizione, e ci contatti in caso di dubbi, perché in alcune situazioni lo scarto può essere rilevante». Questo è quanto spiegato da Hera nel consiglio comunale di ieri, in cui si è discusso della nuova Tcp che entrerà pienamente in vigore il prossimo anno, quando sarà introdotta la componente “quota aggiuntiva” sulle bollette recapitata ai cittadini. È la somma che si applica nel caso si superi il numero base di svuotamenti previsto. La dirigente di Hera, Patrizia Lombardi, presente in aula con il collega Roberto Savini, spiega che, secondo le simulazioni aziendali, l’aumento della quota fissa «per il 40% delle imprese sarà inferiore al 10%». Va detto che, a differenza della Tari, si potrà detrarre l’Iva (del 10% in questo caso). «Siccome le tariffe sono calcolate in base ai metri cubi disponibili, quindi a quanti contenitori si possiedono e alla loro dimensione».
A richiedere il consiglio sul tema Tcp è stata l’opposizione, Nicola Grandi (FdI) si è detto particolarmente preoccupato per le ripercussioni sull’economia locale: «Se le cifre corrispondono alle mie simulazioni, si tratta di importi che per alcune realtà mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza». Grandi non si mostra convinto dell’analisi fornita da Hera: «Secondo i miei calcoli l’impatto economico sulle aziende sarà devastante. Spero di aver commesso errori. Se così non fosse, questo diventerebbe il cuore del problema».
Alberto Ancarani (FI) critica le modalità con cui la Tcp è stata introdotta a Ravenna: «È entrata in vigore il primo gennaio e l’allora assessore era disorientato quando gli chiedevo spiegazioni. Nessuno ci aveva avvisato». A Ravenna, come detto, il 2025 rappresenta un anno di transizione. Ancarani aggiunge: «Non ho sentito una virgola di autocritica su ciò che non ha funzionato. Se vi sembra che la gestione attuale dei rifiuti sia soddisfacente, state mentendo a voi stessi», ha dichiarato rivolgendosi alla maggioranza. Ha poi ricordato che «c’è un problema legato all’efficacia della differenziata», ammesso anche da Paolo Carini, dirigente di Atersir che ha però ricordato anche il raggiungimento degli obiettivi quantitativi che ci si era prefissati.
Il dibattito si è concentrato sia sulla poca chiarezza del sistema sia sulla sua gestione. Alvaro Ancisi (Lpra) ha suggerito alcune «modifiche strutturali» per migliorare il servizio porta a porta. Per le aree urbane, ad esempio, ha proposto «un ritorno allo smaltimento stradale meccanizzato con i cittadini dotati di tessera». FdI, con il consigliere Falco Caponegro, ha presentato tre Odg, in particolare per sollecitare Hera a valutare agevolazioni per la gestione degli assorbenti e per i proprietari di gatti, che hanno difficoltà a smaltire la lettiera non differenziabile.
Renato Esposito (FdI) ha espresso timori sull’impatto economico per le seconde case. La Pigna, con Veronica Verlicchi, parla di un «sistema di raccolto obsoleto, costoso, invasivo e ormai superato, che ha riempito cortili e marciapiedi di contenitori», accusando il sindaco Alessandro Barattoni di proseguire sulla linea tracciata da Michele De Pascale. Gianfranco Spadoni (LpRa-Lega-Pdf) ha ribadito che «i cittadini non sono informati, ed è un fatto molto grave. Al carico economico non corrisponde un servizio all’altezza».
I consiglieri del Pd intervenuti (oltre al capogruppo Luca Cortesi, Livia Molducci, Nicolò Pranzini, Federica Savini) ritengono invece corretta la strada intrapresa sinora. Igor Gallonetto (M5S) ha richiesto però una maggiore celerità di intervento in caso di necessità particolari e, come il repubblicano Andrea Vasi, ha sottolineato la necessità di maggiori controlli sui conferimenti: «Non possiamo chiudere gli occhi su 13mila kit non ritirati». Federica Moschini, assessora comunale ai Rifiuti, ha concordato con Spadoni sulla necessità di campagne di sensibilizzazione: «Abbiamo effettuato sopralluoghi per valutare come migliorare alcune aree e rendere la città più pulita». Per quanto riguarda le seconde case, ha precisato: «È possibile presentare un’autocertificazione per dichiarare che un determinato immobile è utilizzato solo in determinati periodi dell’anno». Secondo Moschini, «il limite previsto è sufficiente, specialmente se si effettua una corretta separazione dei rifiuti». Quanto alle aziende, «sono in corso interlocuzioni con le associazioni di categoria su più aspetti, su cui è attivo un tavolo di confronto».