Ravenna, musicista bloccato in Iran con le due figlie di 20 giorni e 20 mesi e la moglie. L’appello della madre: «Aiutateli a tornare in Italia»

Ravenna
  • 23 giugno 2025

«Aiutate mio figlio e la sua famiglia a uscire dall’Iran». E’ un appello disperato quello di una madre ravennate per il figlio 52enne, da cinque anni residente in Iran, che sta vivendo ore drammatiche da quando Israele e Stati Uniti hanno iniziato i bombardamenti sulla Repubblica islamica.

L’uomo - un musicista di cui la famiglia ha chiesto di non rivelare il nome in questa fase, per tutelare la moglie che è invece di nazionalità iraniana - vive a Shiraz, città da quasi due milioni di abitanti del sud del Paese a 900 chilometri da Teheran e a circa 1.800 dal confine con l’Azerbaigian che si spera possa essere la loro via d’uscita dalla guerra.

A rendere ancor più drammatica la situazione c’è però anche il fatto che la coppia ha due figlie: una bambina di 20 mesi e una che proprio oggi ha compiuto 20 giorni. Se la prima ha già il passaporto italiano, la seconda non ha praticamente documenti anche per la chiusura degli uffici diplomatici italiani in Iran a causa del conflitto.

Anche la moglie - una 42enne iraniana che lavora come psicologa a Shiraz - pur avendo un visto che le permette di viaggiare per l’Italia è in attesa del doppio passaporto che le spetta per diritto dopo il matrimonio avvenuto pochi anni fa. La situazione però negli ultimi giorni è addirittura peggiorata.

«Con mio figlio - racconta la madre - sono riuscito a parlare l’ultima volta solo per pochi secondi il 18 giugno scorso, poi la telefonata si è interrotta. Anche Internet non funziona, ieri però è riuscito a mandarmi una mail in cui chiede aiuto».

Una lettera drammatica che la madre e il fratello del 52enne mostrano con la voce rotta dall’emozione. «In questo momento la situazione è grave e non sappiamo cosa succederà - scrive l’uomo ai familiari - e nemmeno come cambieranno le cose. Ovviamente stiamo provando in tutti i modi a uscire dal Paese».

Il 52enne, che lavora a Shiraz come insegnante di musica e che in passato ha collaborato anche con il Ravenna Festival, al momento si è trasferito dalla città in una casa di campagna della famiglia della moglie, pensando di essere più al sicuro.

«Il problema è che non hanno acqua potabile e manca il latte in polvere - racconta la nonna delle bambine - e non sanno nemmeno fino a quando riusciranno ad avere viveri. In queste ore mio figlio è in contatto con l’Unità di crisi della Farnesina. Tramite amici ha saputo che da Teheran partono dei convogli per il confine con l’Azerbaigian, ma il problema è arrivare nella capitale. Le strade non sono sicure. Non si sa se sono state interrotte o bombardate e lui dovrebbe viaggiare con una bimba di 20 giorni, che oltre tutto, come tutti i neonati, per motivi di sicurezza non può nemmeno volare nelle cabine pressurizzate degli aerei. Insomma siamo disperati, ma mio figlio mi ha chiesto di rivolgermi alla stampa per poter smuovere qualcosa».

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