Ravenna. Mostra i genitali alla prof in classe: studente a processo per atti osceni


Uno studente, la professoressa e alcuni compagni di classe. Si ritroveranno tutti a sette anni di distanza. Non per una cena ma in tribunale, in memoria dei vecchi tempi. Dovranno tornare indietro con i ricordi al lontano 23 novembre del 2016, giorno in cui la docente uscì sconvolta dall’aula, per poi denunciare a preside e carabinieri quanto accaduto durante la lezione: uno degli alunni, all’epoca 16enne, aveva mostrato il pene. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: eppure i tempi della giustizia, con molta calma, hanno presentato ora il conto, in un processo presso il tribunale dei minori di Bologna, dove il ragazzo, ora 23enne, deve rispondere di atti osceni in luogo pubblico, con l’aggravante del contesto scolastico (quindi alla presenza di altri minorenni) in cui si sarebbero svolti i fatti.
La denuncia
Era l’ora di Italiano. In classe, teste chine su un’esercitazione. Tutti tranne uno. Stando a quanto riferito dalla docente, lo studente non si sarebbe fatto problemi a mostrare i genitali, standosene seduto proprio durante il suo passaggio tra i banchi. Immediata la reazione dell’insegnante, che sarebbe uscita dalla classe andando a riferire l’accaduto al dirigente scolastico e successivamente ai carabinieri, con dovizia di dettagli finiti poi nel capo d’imputazione a carico dell’adolescente.
Il racconto del ragazzo
Un imbarazzante malinteso, secondo la versione del giovane, ora difeso dall’avvocato Nicola Casadio. Sentito all’epoca nel corso delle indagini dai carabinieri di via Alberoni, aveva sostenuto di non avere affatto mostrato le parti intime in aula. A suo dire, la professoressa sarebbe stata ingannata dalla forma e dal colore tendente al rosa del cordino di una particolare cintura che quel giorno aveva indosso, e con la quale stava giocherellando. Ed ecco la sua reazione, dalla prospettiva dell’alunno; avrebbe ordinato al suo compagno di banco di chiamare la bidella, per poi uscire dopo averle affidato la classe e riferire l’accaduto al preside e al padre del giovane.
Il vice preside avrebbe preso immediati provvedimenti, invitando il giovane a uscire dall’istituto, circostanza singolare - non c’è che dire - trattandosi di un minore lasciato allontanare senza accompagnatore da scuola. Il ragazzo dice di essere andato a casa in autobus, di essere stato colto da attacchi di panico al punto da essere stato portato al pronto soccorso dai genitori.
Prove e testimoni in aula
Ed eccoci giunti a oggi, con il processo che si è aperto e i testi chiamati a deporre. Una “rimpatriata” che vedrà sfilare l’insegnante e tre ex compagni di classe. Fra gli argomenti pronti a essere presentati dalla difesa, anche una discussione tra la docente e lo studente prima dell’episodio finito sotto accusa: un rimprovero, come riferito all’epoca dal 16enne, per un compito in classe non svolto, che secondo il giovane avrebbe poi portato al successivo fraintendimento. Oltre - naturalmente - alla foto della fantomatica cintura finita al centro dello scandalo, risfoderata in un’aula, ma questa volta davanti al giudice.