Ravenna, minaccia la mamma del debitore per riavere i 30mila euro della droga

Ravenna

RAVENNA. Per recuperare un grosso credito di droga non aveva esitato a batter cassa dalla madre del debitore. Trentamila euro: una cifra grossa quella pretesa dall'uomo, che ieri gli è costata la condanna a 3 anni e 4 mesi per estorsione. Il sostituto procuratore Daniele Barberini di anni ne aveva chiesti 8, alla luce di un capo d’imputazione non certo leggero.
L’uomo, difeso dagli avvocati Luca Berger e Giacomo Foschini, era accusato di avere minacciato la donna, promettendo che se non avesse iniziato a saldare quanto dovuto da suo figlio avrebbe rivelato il suo indirizzo di casa ad alcuni albanesi “senza scrupoli” ai quali a sua volta doveva rendere dei soldi.

“Ti mando degli albanesi”

Il coraggio della donna ha portato il 9 gennaio dell’anno scorso al suo arresto, beccato dai carabinieri mentre assieme a un complice stava ritirando un “acconto” del malloppo.
L'uomo - attualmente detenuto - aveva iniziato a chiedere soldi alla madre del suo debitore già dal 5 gennaio. Aveva preteso 30mila euro, rivelandole di vantare un credito nei confronti di suo figlio. Le aveva detto pure che si sarebbe accontentato di 3mila o 4mila euro, aggiungendo però che a sua volta era debitore di certi soggetti albanesi, che a loro volta lo avevano minacciato. La donna, nel comprensibile choc, aveva risposto che non poteva garantirgli una tale somma. Così aveva rincarato la dose di minacce: “Sarà meglio per te che li trovi”.

L’arresto in flagrante

L’insistenza era proseguita alcuni giorni dopo, con una minaccia telefonica. Infine, dopo quattro giorni dalla prima visita a casa avevano concordato l’ammontare dell’acconto.
Le manette erano scattate in concomitanza con lo scambio di 500 euro. Da quel giorno l’imputato, si trova in carcere. Per il gip era concreto il pericolo di reiterazione, considerata anche una precedente aggressione al figlio della vittima, avvenuta un anno prima.
Ieri mattina in tribunale, al termine della requisitoria del pubblico ministero e delle arringhe difensive dei due legali è arrivata la sentenza pronunciata dal giudice Andrea Chibelli. FED.S.

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