Ravenna, minacce nel convitto delle suore alla figlia del pugile riminese Loris Stecca. Condanna per una 23enne

Ravenna
  • 26 ottobre 2023

Una convivenza forzata, causa lockdown, all’interno dell’istituto Ghiselli Serve di Maria di Ravenna gestito dalle suore e le conflittualità che deflagrano in minacce inviate su Whatsapp e in un’aggressione fisica. Protagoniste della vicenda due ragazze che nella primavera del 2020 si trovavano nel convitto: una, Rachele Stecca, oggi 26enne, è la figlia del riminese Loris, ex campione del mondo di pugilato, che all’epoca frequentava un corso universitario a Ravenna; l’altra, 23 anni, di origini bulgare, era stata denunciata per quei messaggi in cui scriveva alla rivale frasi come «Ti massacro», arrivando fino a un’aggressione fisica in cucina, sotto gli occhi di suore e altre ospiti dell’istituto.

Martedì il giudice di pace ha condannato la 23enne a una pena pecuniaria che, considerate le attenuanti generiche concesse, ammonta a 600 euro.

All’origine del clima rovente che si era creato fra le due ragazze vi sarebbe stata una segnalazione fatta da Stecca alla responsabile del convitto, in cui alla 23enne venivano attribuiti «comportamenti non consoni». Uno spiffero che evidentemente era stato interpretato come una delazione da parte della diretta interessata: ne era conseguito, come è facile intuire, un inasprimento dei rapporti, con l’invio di messaggi Whatsapp quali: «La prima volta non ti ho messo le mani in faccia che se no te l’aggiustavo». La situazione era diventata un problema per le stesse suore del Ghiselli e sarebbe degenerata definitivamente dopo una visita nel convitto da parte della madre di Rachele, intenzionata a ricevere chiarimenti e chiudere la questione. Una visita non gradita dalla 23enne, che quella sera stessa aveva alzato le mani contro l’altra ragazza davanti a tutti, in cucina.

Tra denunce, avvocati e il polverone che ne conseguì, anche per le suore ormai era troppo, ed entrambe le ospiti erano così state espulse dal convitto. La sentenza del giudice di pace è stata accolta positivamente da Rachele Stecca, costituitasi parte civile con l’avvocato Marco Pastocchi del Foro di Rimini: «Sono grata alla giustizia italiana per l’epilogo del processo - ha commentato - e ringrazio il mio legale che mi ha assistita con pazienza e professionalità».

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