Ravenna, limitata la caccia al cinghiale in pineta: “Pericolo per chi passeggia e per i lupi”

Ravenna
  • 15 novembre 2025

RAVENNA - La caccia al cinghiale rappresenta un pericolo per i tanti che passano, a piedi o in bici, per la pineta di Classe, ma anche un disturbo che allontana i lupi, rischiando quindi di compromettere l’equilibrio dell’ecosistema: lo mette nero su bianco in una delibera di questi giorni il Parco del Delta del Po, che ha ratificato il decreto con cui la presidente Aida Morelli sancisce la sospensione temporanea di alcune misure. Il giro di vite sulle attività di limitazione e controllo dell’ungulato prevede in particolare il divieto di caccia «durante il periodo e le giornate di silenzio venatorio e in orari notturni oltre le ore 24» (in precedenza il piano non prevedeva limiti di orario o periodo), con l’obiettivo dichiarato di «contenere il disturbo arrecato a Canis lupus», ovvero il lupo. D’altronde, come si legge nel documento, la caccia notturna al cinghiale avrebbe presentato contribuito a diminuire la presenza del lupo nel territorio del Parco, portando a un disagio «decisamente troppo elevato per garantire la conservazione della specie a livello locale».

A provarlo ci sono i monitoraggi effettuati su due nuclei di lupi dall’ente in collaborazione con il Comune di Ravenna e volontari qualificati nella pineta di Classe, nella salina di Cervia e nei siti Natura 2000 (quelli al centro del decreto): osservazioni che hanno «inequivocabilmente dimostrato l’abbandono quasi totale del territorio in questione da parte della specie, a partire dal mese di settembre 2025», vale a dire «contestualmente all’avvio del Piano di controllo del cinghiale». Un danno, e non solo perché il canide è una specie protetta da norme nazionali e internazionali: il lupo, osserva il Parco, è infatti un animale «straordinariamente efficace per il contenimento di alcune specie esotiche invasive, come Myocastor coypus (la nutria, ndr) e, localmente, in particolare, di Dama dama (il daino, ndr), come evidenziato dai risultati dei costanti monitoraggi di quest’ultima specie realizzati dall’Ente Parco con il coordinamento di Ispra». Senza contare che il lupo stesso «può efficacemente contribuire al controllo della presenza» di cinghiali.

Ma non finisce qui, perché oltre alle questioni di carattere ambientale, il Parco ne rileva alcune che ricadono anche «sotto il profilo della pubblica incolumità». In sostanza, cittadini e turisti che svolgono escursioni nella pineta - ma anche altri cacciatori - non possono rischiare di finire impallinati: tra percorsi pedonali e ciclabili, sentieri densamente frequentati e una fitta vegetazione, l’ente ritiene «problematico garantire la sicurezza dei fruitori». Anzi, considera addirittura «altamente rischioso condurre le attività di controllo del cinghiale all’interno della foresta della pineta di Classe in promiscuità spaziale o temporale con le altre attività». Ragion per cui occorre porre un freno al piano anti-cinghiale, che andrà così incontro a limitazioni per evitare che le azioni a contrasto dell’ungulato si trasformino in un boomerang

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