Ravenna, lavoro nero: il 30% dei controlli scova irregolarità


RAVENNA. Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna ha diffuso il bilancio delle attività estive. «Nel periodo estivo», si legge in una nota, «è proseguito senza soste l’impegno delle fiamme gialle a presidio della sicurezza economico-finanziaria, intensificando la presenza del Corpo nelle aree della Provincia connotate da maggiore vocazione turistica. Infatti, avvalendosi anche dei rinforzi estivi richiesti per il tramite della locale Prefettura, è stato attuato un piano straordinario di controlli volto a incrementare il numero delle pattuglie sul territorio e quindi prevenire, e se del caso reprimere, ogni manifestazione di illegalità, con specifico riguardo ai settori di specifica competenza della Guardia di Finanza».
Dall’inizio della stagione estiva «sono state “messe in campo” circa 10.000 ore di lavoro in attività a contrasto dell’evasione fiscale e contributiva, della contraffazione e dell’abusivismo commerciale, del gioco d’azzardo, dello spaccio e dell’uso di sostanze stupefacenti (n. 34 segnalazioni all’Autorità Prefettizia), nonché in servizi connessi al numero di pubblica utilità “117”, che ha risposto a circa 900 segnalazioni o chiamate effettuate dai cittadini. Azioni che, oltre a perseguire un più diffuso controllo economico in un particolare periodo dell’anno, sono state orientate in funzione di specifici alert di pericolosità, nella prospettiva di effettuare interventi mirati e tutelare gli operatori rispettosi delle regole della leale concorrenza, nonché i lavoratori del distretto».
«In tal senso», spiegano le Fiamme gialle, «degno di menzione il dato che si evince dagli esiti dei controlli in materia di lavoro “nero o irregolare”, che hanno comportato, per oltre il 30% dei casi, anche la successiva assunzione delle posizioni irregolari segnalate all’INPS. Significativo, inoltre, il dispositivo in tema di sicurezza dei consumatori, con la denuncia di n. 9 soggetti ed il sequestro di oltre 10.400 prodotti contraffatti e/o non conformi alla normativa di settore poiché nocivi per la salute di ignari consumatori, tra i quali anche i pupazzi riproducenti fittiziamente i noti “Labubu”. Eseguiti anche taluni interventi in ambito portuale e demaniale, con il riscontro di violazioni alla normativa ambientale e al codice della navigazione: tra queste, il rinvenimento di circa 2.400 litri di rifiuti potenzialmente pericolosi nell’area portuale (materiali oleosi), con l’individuazione dei responsabili».
Loperato dei finanzieri si è anche inserito «in una più ampia e sinergica strategia di rafforzamento dei controlli a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica posti in essere unitamente alle altre Forze di Polizia, focalizzati specificamente su talune arterie di comunicazione e su luoghi risultati “sensibili” per traffici illeciti. Contributo che si è tradotto nell’identificazione e controllo di numerosi soggetti, anche attraverso le unità cinofile a disposizione. L’attività svolta testimonia il ruolo della Guardia di Finanza quale polizia economico finanziaria a tutela dell’integrità dei pubblici bilanci, dei meccanismi di libera e leale concorrenza degli operatori, nonché della sicurezza dei consumatori e cittadini».