Ravenna, la sabbia dei dragaggi ripulita e usata per i ripascimenti

RAVENNA - Niente più acqua dolce per lavare i fanghi del Candiano. Cambia il progetto di Autorità portuale sull’impianto di trattamento fanghi, un’opera fondamentale per mantenere il canale alla quota che sarà raggiunta alla fine dell’escavo. L’utilizzo enorme di acqua dolce di cui necessitava il il primo progetto, presentato nel 2021 ai fini di una valutazione preliminare, era uno dei nodi sollevato da Arpae: 3,3 milioni di litri d’acqua al giorno di difficile gestione, sia pratica sia – in tempi di siccità – politica. Quell’acqua non sarebbe stata necessaria, si leggeva nel progetto, nel caso in cui il sedimento «venga utilizzato per riempimenti o ripascimenti» in aree «con livelli di salinità del suolo e della falda compatibili».
Questo è proprio quello che avverrà: nel progetto presentato ai fini della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) «tutte le fasi verranno eseguite utilizzando acqua salata, che sarà recuperata, a regime, dallo stesso fine ciclo di impianto. Il risultato finale sarà una sabbia pulita e salata, ideale per opere di ripascimento dei litorali o dei banchi di sabbia sommersi». La scelta è stata fatta al fine di «di minimizzare l’impatto ambientale dell’impianto e del processo di pulizia da esso svolto, nonché per rendere più sostenibili i costi di trattamento e pulizia dei materiali». La sabbia verrà depositata in due cave del territorio (Cavallina e Morina) che hanno al momento una disponibilità pari a 6,5 milioni di metri cubi.
Per quanto riguarda la localizzazione, l’impianto sarà realizzato nell’area portuale in posizione esterna rispetto al perimetro dell’area protetta della pialassa Piomboni e completamente localizzato all’interno delle esistenti casse di colmata Nadep: «In particolare – si legge nella relazione di variante urbanistica presentata al Comune – , l’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi si svilupperà nella cassa di colmata Nadep interna, mentre la cassa interna verrà utilizzata quale bacino di conferimento e stoccaggio dei fanghi di dragaggio da trattare». L’impianto, è il passaggio di uno dei documenti, «oltre a quelli del porto di Ravenna, prevede di offrire un servizio ad altri porti italiani per il trattamento di analoghi rifiuti».