Ravenna, la Procura dispone nuovi sopralluoghi sull’argine del Lamone per l’alluvione del 2024

RAVENNA - Nuovi sopralluoghi sull’argine del Lamone martoriato dalle alluvioni del 2023 e 2024: ieri mattina sono iniziate le prime operazioni disposte dalla Procura della Repubblica per eseguire rilievi sugli strati di terreno, che dovranno essere campionati ed inviati in laboratorio per analisi dettagliate. Azioni che si inscrivono nell’ambito delle consulenze tecniche richieste in seguito all’apertura dell’inchiesta per disastro colposo sulle catastrofi climatiche degli ultimi anni: i fascicoli restano al momento aperti contro ignoti e si muovono su un doppio binario, vertendo l’uno sugli episodi del 2023 e l’altro su quelli del settembre 2024, che videro devastata la frazione di Traversara di Bagnacavallo. Le indagini sono coordinate dal procuratore capo Daniele Barberini e dal sostituto procuratore Francesco Coco. Tre i super esperti a cui è stato affidato l’incarico di redigere consulenze che - in estrema sintesi - dovranno fare luce sulle dinamiche delle alluvioni, chiarendo se i disastri potessero essere evitati in qualche maniera: si tratta di docenti del Politecnico di Milano, l’ingegnere idraulico Gianfranco Becciu, il geotecnico Claudio Giulio Mario Di Prisco, e l’idrologo Daniele Bocchiola.
Le operazioni di questi giorni forniranno ulteriore materiale da porre all’attenzione dei consulenti (e quindi della Procura): dopo il sopralluogo iniziale partito ieri, si proseguirà con interventi di carotaggio, che non dovrebbero protrarsi oltre la fine del mese. Due settimane di tempo, quindi, per scandagliare l’argine del Lamone da Boncellino a Traversara, a caccia di elementi utili soprattutto per avere un quadro completo circa la composizione del terreno.
L’area al centro dei rilievi è quella che il 19 settembre 2024 fu stravolta dalla furia del Lamone, in piena a causa delle precipitazioni straordinarie di quei giorni: la rottura dell’argine portò anche alla distruzione di alcune abitazioni della frazione di Traversara, circa 500 anime. All’indomani, il pm Coco eseguì un sopralluogo sul posto dando impulso all’apertura del secondo fascicolo sull’alluvione. Ma nel corso di questo biennio non solo il Lamone è stato al centro di approfondimenti tecnici disposti nell’ambito delle indagini: in precedenza gli esperti si sono recati ad esempio sugli argini del Senio e del Marzeno, tra i corsi d’acqua che hanno evidenziato le maggiori criticità in occasione di piogge abbondanti.