Ravenna, la disfida dei velox: «Sono illegittimi, il Comune non vuole annullare le multe»

Il consigliere di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi insiste sul tema dei autovelox non omologati, su cui di recente la Cassazione si è espressa sancendo l’illegittimità delle sanzioni comminate nei confronti degli automobilisti. Secondo Ancisi la vicenda ha risvolti anche sul territorio del comune e cita quanto capitato a un ravennate, l’ingegnere Riccardo Merendi, vistosi multare per un eccesso di velocità rilevato dal velox sulla via Reale a Mezzano. L’esponente dell’opposizione aveva chiesto alla giunta di annullare in autotela i verbali sulla base dei quali erano state pagate le sanzioni, e lo stesso aveva fatto Merendi inviando un’istanza formale alla Polizia locale, ma dal comando è arrivata una risposta che va nella direzione opposta: «Una volta effettuato il pagamento in misura ridotta entro sessanta giorni dalla contestazione o notificazione del verbale, cioè entro il medesimo termine nel quale sono consentiti, alternativamente, i ricorsi in sede amministrativa o giurisdizionale, rimane preclusa la possibilità d’impugnare l’accertamento dell’infrazione». Tradotto: se paghi la multa, poi non puoi impugnarla.
Questioni tecniche
Ma Ancisi è di un altro avviso e si addentra in questioni che, seppure tecniche, potrebbero interessare a molti automobilisti pizzicati a velocità eccessive. «Merendi non aveva prospettato un ricorso - spiega il consigliere - ma chiesto, ben diversamente, l’annullamento del suo verbale in autotutela, basato cioè sulla facoltà, concessa per legge ad ogni pubblica amministrazione, di annullare i propri provvedimenti quando si rende conto che sono illegittimi od errati, come in questo caso».
«Pagano i cittadini»
Insomma, pare di capire che un conto sia non poter annullare l’atto, un altro non volerlo fare, come sospetta Ancisi, che giudica «pretestuoso pretendere che un automobilista, se non esperto di diritto della circolazione stradale, possa contestare all’amministrazione stessa l’adozione di strumenti illegittimi, quando la conformità degli stessi è descritta artatamente nei verbali attraverso, per esempio, un giro di parole attestante l’impiego di un “velocar omologato con decreto di approvazione”, cioè non omologato, secondo la Corte». La conseguenza, deduce il decano dell’opposizione, è che il cittadino paga perché tratto in inganno dalla verosimiglianza degli asseriti “accertamenti”», con il Comune che «conta proprio su questa sua inermità per far cassa».