Ravenna, Italia Nostra: "Una discarica vicino alla pialassa"

Ravenna

Nella pialassa Piomboni «continua l’attività di bracconaggio nei bassi fondali» di quello che viene chiamato il “cimitero delle navi”, alla luce dei tre relitti di navi russe abbandonate ormai da 13 anni e ribattezzate “le tre Caravelle”. A denunciare la situazione è Italia Nostra, preocupata per la pesca indiscriminata di vongole, «prelevate su scala industriale da bande organizzate di stampo criminale, e che poi finiscono senza alcun controllo sanitario nel mercato legale e illegale, ovvero sulle nostre tavole».

La preoccupazione è così motivata: «I molluschi, estremamente ricettivi agli inquinanti, vengono utilizzati in ambito scientifico come “marcatori” della contaminazione di un ecosistema: potrebbero quindi non esserci molti dubbi che un sito ormai più simile ad una discarica abusiva incontrollata e senza sorveglianza quale quella del “cimitero delle navi” del porto di Ravenna, aggravi un problema - la pesca di frodo - che a Ravenna pare ineliminabile».

Italia Nostra ha depositato ieri una denuncia, ipotizzando «che il “cimitero delle navi” costituisca di fatto una sorta di gigantesca “discarica” a cielo aperto non regolamentata, non gestita ed in contatto con le acque del porto e della Pialassa».

Il caso della Berkan B, il relitto affondato (ora rimosso) nella pialassa Piomboni al centro di un’inchiesta che vede tra gli indagati i vertici di Autorità portuale, porta l’associazione ambientalista a una chiara lettura: «Nel caso di Ravenna, ormai sembra palese non si possa più parlare nemmeno di “relitti”, ma di veri e propri “rifiuti”».

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