Ravenna, Italia Nostra: “Ortazzo Ortazzino, area C venduta ai privati nel silenzio delle istituzioni”

Ravenna
  • 20 gennaio 2025

“Ci risiamo. La zona C del comparto Ortazzo Ortazzino, nell’area ravennate del Delta del Po, è stata venduta poco prima di Natale 2024, passando di mano da privato a privato”. Gli enti pubblici, “che da almeno 12 anni avevano tra le missioni principali l’acquisizione dell’intera area Ortazzo Ortazzino (A, B, C), hanno fallito, non si è capito bene il motivo, l’acquisto, lasciandosi sfuggire, per 10 centesimi a metro quadro, l’intera area di Ortazzo Ortazzino, zona C compresa”. Lo rileva Italia Nostra Ravenna, che da tempo ha ingaggiato una battaglia insistendo sulla salvaguardia della zona e per evitare speculazioni edilizie. Sul tema, l’associazione, assieme ad altre come il Wwf, durante l’anno passato ha martellato chiamando in causa Regione e Comune di Ravenna perché acquisissero i’intero comparto. A quanto pare, però, protesta oggi Italia Nostra, “nonostante la cifra irrisoria, nessun ente pubblico si è fatto avanti per l’acquisto della zona C, la quale, dopo la sciagurata sdemanializzazione degli anni 50 e l’inizio dei lavori per la lottizzazione della Lido di Classe di cui restano ampie tracce all’interno, resta saldamente in mano privata”. Ripercorrendo la vicenda l’associazione ricorda che a marzo 2023 “500 ettari sono passati di mano, dalla romana Immobiliare Lido di Classe, che negli anni ‘70 stava realizzando una speculazione immobiliare spaventosa poi miracolosamente sventata da Wwf e altre associazioni, ad un’altra immobiliare facente capo al colosso ceco Cpi”. L’area, prosegue Italia Nostra è salita “in pochi mesi al doppio del valore della prima compravendita, era già stata opzionata a settembre 2023 da una società del noto gruppo imprenditoriale ferrarese Mazzoni”.

Tutto questo è accaduto “nel più assoluto silenzio delle Istituzioni”, mentre Italia Nostra “cercava di far luce sulla vicenda” assieme a “un folto gruppo di associazioni, per tentare di bloccare qualsiasi potenziale mira e scoraggiare il mercanteggio della zona più preziosa dell’intero Parco del Delta del Po”. La richiesta, portata avanti per tutto l’anno era che l’intera zona (A, B e C) “venisse dichiarata Riserva naturale dello Stato, il massimo grado di tutela ambientale attualmente presente in Italia, analogamente a quanto avvenne negli anni 70 per salvare la foce del Bevano sulla quale l’Immobiliare Lido di Classe prevedeva la mostruosa colata di cemento di un porto turistico”, riporta ancora Italia Nostra. Secondo quanto risulta all’associazione tramite un accesso agli atti, sotto Natale c’è stato un altro passaggio da privato a privato della zona C. “Una vicenda sconcertante, lasciata in eredità da un presidente di Regione e sindaco (Stefano Bonaccini e Michele De Pascale ndr) “entrambi migrati altrove senza né aver acquisito per intero l’area, né aver concluso la riclassificazione della zona C, e da un Parco timoroso e silente, oppresso dalle logiche della politica e dello sfruttamento privatistico delle ultime aree naturali ravennati”, è l’accusa-ipotesi di Italia Nostra, che conclude: “Nei prossimi mesi avremo altre risposte a queste domande”

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui