Ravenna, investita in bici sulle strisce e multata. Ciclista fa ricorso e vince la causa

Ravenna

RAVENNA. Falciata sulle strisce pedonali da un’auto mentre attraversava pedalando in bicicletta, si era vista staccare una multa per non essere smontata dalla sella. Un verbale di poco inferiore a 40 euro, che però avrebbe precluso la possibilità dalla ciclista di chiedere il rimborso all’assicurazione dell’automobilista. Ma ieri la sanzione amministrativa impugnata davanti al giudice di pace è stata annullata, assecondando una linea che di fatto rappresenta uno spiraglio per una fra le storiche battaglie degli amanti delle due ruote: la possibilità cioè di attraversare sulle zebre senza scendere dal velocipede.

L’incidente e la multa
La sventurata ciclista era stata travolta la mattina dello scorso 10 agosto, attorno alle 9. Stava percorrendo la ciclabile di viale Saragat assieme a un’amica, andando verso viale Pertini Le due si erano salutate all’intersezione con il passaggio pedonale con via Fiume Montone Abbandonato, e la donna, rimanendo in sella, aveva iniziato l’attraversamento. Giunta a un soffio dal lato opposto della strada era però stata investita da una Citroen condotta da un 87enne. Il quale aveva riferito ai carabinieri - intervenuti per rilevare il sinistro - di avere visto la donna sbucare improvvisamente e di non essere riuscito ad evitarla.
Mentre la ciclista veniva trasportata al pronto soccorso (dove più tardi le sarebbe stata diagnosticata la frattura della tibia destra), la pattuglia compilava il verbale notificato a casa della donna tre mesi dopo. Le si contestava in pratica di non avere portato a mano il velocipede “sebbene le condizioni di circolazione lo richiedessero”.

Questioni di interpretazione
In punta di diritto, il legale della signora, l’avvocato Andrea Zaccaria, ha presentato una memoria che di fatto ha smontato il verbale, demolendo uno dei dilaganti luoghi comuni sul codice della strada. E cioè che «non vi è nessuna norma che preveda il divieto di attraversare le strisce pedonali in sella alla propria bici». E che i ciclisti possono dunque attraversare «quando non siano d’intralcio o di pericolo con i pedoni». Secondo la difesa, inoltre, poiché la ciclista aveva quasi ultimato l’attraversamento, l’automobilista avrebbe dovuto notare il suo passaggio e guidare in modo tale da fermarsi o evitare l’impatto. Con la sentenza, di cui si attendono le motivazioni, ora la donna potrà rivendicare all’assicurazione del conducente (uscito dal sinistro senza alcuna sanzione) la richiesta di risarcimento. Un grimaldello insomma, per tanti altri “utenti deboli” finiti cornuti e mazziati.

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