Ravenna, interrogata in ospedale la lucciola ferita nella sparatoria. L’agguato per il racket delle piazzole. Esplosi 5 colpi

Cinque colpi esplosi con una pistola semiautomatica, probabilmente calibro 9 corto. A premere il grilletto intorno alle 19 di domenica con l’intenzione di uccidere la 29enne di origine bulgara che si stava prostituendo nella strada che porta alla Cava Manzona Vecchia, pare ormai chiaro che sia stato qualcuno inserito nel racket della prostituzione. Ed è nell’ambito delle faide per la gestione delle piazzole che proseguono le indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesca Bugané Pedretti. Ieri la ragazza, ricoverata all’ospedale Bufalini di Cesena, è stata sentita dagli inquirenti riguardo gli istanti salienti dell’agguato dal quale è uscita viva per miracolo. Gli spari, partiti dal ciglio dell’Adriatica a una distanza di due o tre metri al massimo, erano indirizzati alla parte superiore del corpo. Lei si è istintivamente protetta con le braccia, gesto che forse le ha salvato la vita. Più gravi le ferite agli arti, meno preoccupante quella nella zona sottoscapolare, operate già nella serata di domenica anche per recuperare i proiettili al fine di circoscrivere la tipologia di arma utilizzata.
Sarebbe successo tutto in pochi istanti, lasciando a terra la ragazza cosciente, in grado di chiedere aiuto e trovare il provvidenziale intervento di un’ambulanza di passaggio. Al personale del 118 sarebbero state fornite le prime importanti informazioni che hanno dato il via alla caccia all’uomo da parte dei carabinieri del nucleo Investigativo e della Compagni di Cervia-Milano Marittima.
Da quanto riferito in prima battuta, chi impugnava l’arma sarebbe fuggito a bordo di un’auto bianca o comunque di colore chiaro. Altri dettagli avrebbero indirizzato gli inquirenti verso una pista che appare chiara e che potrebbe arricchirsi grazie alla testimonianza della 29enne stessa. Ieri - trascorsa la giornata di lunedì in prognosi riservata ma comunque fuori pericolo di vita - è stata sentita in ospedale, per tornare con la memoria a quei minuti salienti e per fare luce sul contesto opaco all’ombra della piazzola nella quale si è sfiorato il dramma.