Ravenna, in tribunale per le orecchiette durante la quarantena

Era il marzo del 2021: Italia ancora in piena pandemia e multicolore per via della suddivisione nelle famose “Zone” e ristoranti aperti solo per le aziende convenzionate e i loro dipendenti. È in questo contesto che quattro operai si ritrovarono in pausa pranzo nel a Ravennate per consumare il menù, che quel giorno prevedeva, tra le altre pietanze, un piatto di orecchiette. A prescindere dal tipo di pasta, il problema era sorto all’arrivo delle forze dell’ordine per i controlli di rito: tre dei quattro lavoratori avevano dichiarato di essere dipendenti dell’azienda, mentre in realtà risultavano collaboratori esterni. La quarta persona, una donna, aveva invece ammesso di non essere legata alla ditta da alcun rapporto. I margini normativi, lo si ricorderà, risultavano sottili, ma ne erano scaturite per ciascuno sanzioni amministrative da alcune centinaia di euro, ma non solo: un’altra conseguenza di quel pranzo era stata l’accusa di avere reso false dichiarazioni sulle proprie qualità personali. Insomma, l’apertura di un’indagine e poi di un procedimento penale. Tre dei quattro operai hanno affrontato l’iter giudiziario avvalendosi della tutela legale dell’avvocato Davide Baiocchi (a sua volta supportato dal collega Filippo Zamponi dello stesso studio) e mercoledì scorso il giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti ha preso la sua decisione riguardo alla posizione della donna, pronunciando la sentenza di «non luogo a procedere». Dalla Procura era arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, o in subordine la messa alla prova. Insomma, la signora non va processata: la teoria della difesa era proprio questa, anche perché la donna aveva sempre sostenuto di non avere mai dichiarato il falso, ammettendo di non lavorare per l’azienda convenzionata. Insomma, accettata e pagata la sanzione amministrativa che le era stata comminata, riteneva di non dover rispondere di quel pranzo anche dal punto di vista della responsabilità penale. Quanto agli altri due operai tutelati dall’avvocato Baiocchi, per loro potrebbe profilarsi la strada della messa alla prova, con un programma che dovrà essere individuato nel corso delle prossime settimane.