Ravenna, in Provincia lo smart working diventa ordinario

RAVENNA - La Provincia anticipa tutti e lancia il lavoro agile “ordinario”, non più legato all’emergenza pandemica. Ne potranno usufruire fino al 30% dei dipendenti. «Nel corso della pandemia da Covid-19 – si legge nella delibera dell’ente – l’istituto del lavoro agile è stato oggetto di una notevole evoluzione legislativa, passando dall’essere una misura sperimentale, da destinare ad una piccola percentuale dei dipendenti, a divenire strumento da porre “a regime” ed applicare ad almeno il 15% degli occupati che ne facciano richiesta»
Escluse dalla possibilità del lavoro agile ovviamente quelle mansioni, come la Polizia provinciale o i messi, che per la loro natura non possono essere svolte in smart working.
Tuttavia è interessante il passaggio che porta ad escludere da questa modalità di lavoro chi non si è “comportato bene” nell’ultimo periodo. Non potrà usufruire dello smart working chi «sia stato oggetto di procedimenti disciplinari, con irrogazione di sanzione superiore al rimprovero scritto, nei due anni precedenti alla data di presentazione dell’istanza, limitatamente a fatti connessi alla presenza in servizio». Il contingente massimo dei dipendenti che possono accedere al lavoro agile nel 2022 è fissato dall’ente di Piazza Caduti nella misura del 30% dei lavoratori appartenenti a ciascun settore.
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