Ravenna, il veterinario e gli animali uccisi: «Una torbida traccia di morte»
Un cane soppresso ogni due giorni. E’ una stima inquietante quella che emerge nell’ordinanza che lunedì pomeriggio ha portato al sequestro preventivo della clinica veterinaria del dottor Mauro Guerra, a Sant’Antonio. Da quando, nell’aprile 2019, è entrato in vigore per i veterinari l’obbligo della ricetta per l’acquisto di farmaci, si è potuto appurare che in appena 23 mesi il 47enne si è procurato ben 19 flaconi di Tanax da 50 ml. Di questi, solo tre (di cui uno aperto) sono stati rinvenuti durante le perquisizioni in ambulatorio e a casa del dottore. Il farmaco, va detto, serve a una cosa sola: iniezioni letali, possibili per legge solo nei casi in cui la bestiola soffra e non ci sia nessuna cura per salvarla.
Gli interventi choc
Il magistrato che ha disposto i sigilli parla di «una torbida traccia di morte che segue e ormai anche precede l’indagato», descritto come una persona animata da una «sfrenata venalità» e da una «sinistra crudeltà». Ed è proprio quest’ultimo aspetto che più stupisce alla luce del nutrito giro di clientela che frequentava la clinica. E’ un film dell’orrore l’intervento praticato ad “Iron”, pitbull di 4 anni. Il dottore l’avrebbe fatto attendere per ore, spiegando di essere “impegnato” a raccogliere le uova. Lo aveva poi operato all’intestino, senza esami del sangue né sedativo, inserendo con forza uno strumento di metallo lungo una trentina di centimetri. Alla fine il 47enne avrebbe proposto al proprietario di fare «una puntura» al quadrupede, spiegando che al massimo sarebbe arrivato alla mattina seguente. Invece il cane si salvò, ma grazie al successivo intervento eseguito in un altra clinica.