Ravenna, il Comune ammette: "Previsioni urbanistiche sovradimensionate"

RAVENNA - Se tutti i piani attuativi previsti dagli strumenti urbanistici in vigore avessero visto la luce, il consumo di suolo sarebbe stato assai maggiore di quello registrato negli ultimi anni a Ravenna. Con un tasso di crescita «a livelli molto più alti e superiori anche a quelli di città più grandi». Questo è quanto si legge nella relazione che accompagna il nuovo piano urbanistico generale del Comune (il Pug) che vuole dare una sterzata verso il “consumo di suolo zero” nei prossimi anni. Il piano è stato assunto nei giorni scorsi dall’amministrazione e ora si entra nei due mesi in cui sono possibili le osservazioni del pubblico, prima dell’adozione dello strumento.

Nella relazione di Pug la stessa amministrazione comunale in qualche modo boccia le politiche che hanno contraddistinto finora la sua azione. Il “residuo” degli strumenti urbanistici vigenti, porta ad un dato significativo: «Gli ambiti di espansione residenziale e produttiva e di programmazione concertata con piani attuativi (i Pua ndr.) non ancora approvati ammontano ad oltre mille ettari, dei quali poco più della metà è prevista dal Pian operativo comunale». Lo si nota in questi mesi in cui molti di questi piani urbanistici vengono approvati dall’amministrazione, senza che la stessa possa opporsi perché figli della pianificazione urbanistica precedente. Il dato dei Pua non ancora approvati evidenzia, il «sovradimensionamento del piano vigente». Il fatto che molti non siano arrivati fino in fondo è invece indice di «una difficoltà strutturale di livello nazionale e internazionale del settore delle costruzioni e del mercato immobiliare a seguito della grande crisi iniziata nel 2008. Le previsioni edificatorie infatti, alla luce di quanto accaduto, appaiono ben superiori anche rispetto alla effettiva solvibilità del mercato, richiedendo un drastico ripensamento delle previsioni confermabili, con riferimento allo stato di avanzamento dei piani attuativi e della stipula delle relative convenzioni», anche in virtù della nuova legge regionale non ancora attuata.

Legge che prescrive di non superare per nuove cementificazioni, nei prossimi anni, il tre per cento della superficie di territorio urbanizzato. Quanto? «Assumendo a riferimento il territorio urbanizzato al 1° gennaio 2018, pari a circa 6.525 ettari, il consumo di suolo massimo prevedibile dal nuovo Pug è pari a 195 ettari». Anche per questo l’attenzione del nuovo Pug – si legge - «dovrà infatti focalizzarsi sulla rigenerazione della città esistente, e concentrare gli sforzi dell’azione pubblica verso una semplificazione e fattibilità degli interventi di recupero e riuso di tessuti edilizi ed edifici».

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