Ravenna, focolaio anche in procura

Ravenna

L’emergenza sanitaria non risparmia il palazzo di giustizia. Nei giorni scorsi l’igiene pubblico ha sottoposto a tampone giudici, pm, ispettori di polizia giudiziaria e personale amministrativo, riscontrando un focolaio in procura. Da un primo riscontro sarebbero due i magistrati risultati positivi, e anche uno fra gli investigatori. L’esito degli esami è giunto in questi giorni, dall’inizio della settima. In attesa dell’esito di ulteriori accertamenti, i dati finora emersi sono sufficienti all’Ausl per considerare la presenza di un focolaio, che si è sviluppato al terzo piano, dunque in un ambiente circoscritto.

Tamponi ai contatti ravvicinati

Fin dal primo momento sono scattate le indagini della Sanità pubblica per limitare il contagio. I tamponi effettuati ai contatti più stretti e alle persone che si sono trovate a distanza ravvicinata nelle 48 ore precedenti al riscontro della positività al Covid-19, non hanno al momento individuato altri casi. Ma non tutti gli esiti sono stati ancora comunicati.

Protocollo di sicurezza

Da quando, lunedì, anche la provincia di Ravenna è entrata in zona rossa, in tribunale sono tornate in vigore le restrizioni già decise ormai un anno fa in occasione del primo lockdown. Nelle aule di dibattimento, quelle cioè normalmente aperte al pubblico, è consentito l’ingresso solamente a persone strettamente coinvolte nel procedimento: giudice, pubblico ministero, vice procuratore onorario, avvocati, imputati, testi, tecnici e cancellieri. Non mancano casi di udienze rinviate per legittimo impedimento, che vedono una delle parti impossibilitata a lasciare la propria abitazione perché in quarantena o in isolamento preventivo.

Il precedente

La stessa emergenza si era verificata nel marzo scorso, quando una dipendente che ricopre incarichi di tipo amministrativo in procura era risultata positiva seppure asintomatica.

E lo scorso ottobre la vigilanza ai tornelli del tribunale avevano impedito l’accesso a un uomo che si sarebbe dovuto presentare come teste al piano ammezzato per un’udienza davanti al giudice civile, che rivolgendosi alle guardie aveva riferito di essere in attesa dell’esito del tampone. Il protocollo che si rifà alle disposizioni emanate durante le prima ondata dell’emergenza sanitaria e che prevede accessi contingentati agli uffici, è tuttora attivo.

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