Ravenna, “firmi qui per favore”: imprenditore si spaccia per consulente del lavoro senza averne i requisiti e finisce a processo

Ravenna
  • 06 dicembre 2024

Faceva il consulente del lavoro, il problema è che non ne aveva i requisiti. È quanto è stato accertato, all’esito di un’articolata attività ispettiva, dall’Ispettorato del Lavoro di Ravenna, a seguito di una segnalazione, da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, con riguardo ad una società amministrata dall’imprenditore, la cui attività di impresa era di ricerca e selezione del personale.

Il sistema attuato, anche attraverso una diffusa attività di pubblicità, consisteva nella stipula, con alcune ditte ravennati, di un generico contratto di “servizi amministrativi” che prevedeva l’esecuzione di adempimenti quali: le assunzioni dei lavoratori, la predisposizione di contratti di lavoro e tutti gli adempimenti che connotano i servizi di gestione dei dipendenti. Inoltre, l’imprenditore che, da approfondimenti, era risultato essere privo dell’abilitazione ad esercitare la professione di consulente del Lavoro, aveva fatto firmare, ai titolari delle ditte coinvolte e del tutto ignari della mancata abilitazione, la delega alla tenuta del Libro Unico del Lavoro: adempimento tipico del consulente del Lavoro.

Il mancato consulente del Lavoro, al fine di portare a conclusione l’impegno professionale preso, faceva poi elaborare il Libro Unico del Lavoro e predisporre gli adempimenti previdenziali, da un consulente del Lavoro. Le artificiose consulenze professionali venivano ulteriormente reclamizzate anche come sleale alternativa ai servizi erogati dalle legittime Associazioni di categoria

Il falso consulente aveva fatto firmare, ai titolari delle ditte coinvolte e del tutto ignari della mancata abilitazione, la delega alla tenuta del Libro Unico del Lavoro

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui