Ravenna, svegliato dai figli del vicino si presenta con un coltello

RAVENNA. Lui voleva riposare per recuperare le ore di sonno dopo la nottata di lavoro. Ma i figli del vicino, figurarsi, a quell’ora del tardo pomeriggio proprio non ne volevano sapere di giocare in silenzio. Così ha perso la pazienza, e al secondo tentativo ha deciso di chiedere un po’ di pace sfoderando un coltello, col quale ha inseguito il babbo dei bimbi. Alla fine ha riposato, sì, ma nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri, dov’è stato portato una volta che gli uomini dell’Arma lo hanno arrestato per minaccia, porto abusivo di coltello e resistenza. Nei guai un 48enne di origini siciliane ma residente da tempo a Ravenna, dove lavora come operaio con turni che lo impegnano anche di notte. L’uomo è finito in manette attorno alle 19 di martedì, alle porte del condominio di viale Baracca, dove abita.

Dalle lamentele al coltello
I carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile sono arrivati dopo la chiamata dei testimoni che avevano assistito alla scena: nei minuti precedenti i cinque figli del vicino di casa stavano giocando nella corte del palazzo. Non riuscendo a riposare, lui era sceso per lamentarsi con quella famiglia, di origini straniere, poi era rincasato sperando in qualche ora di tregua. Invece le voci squillanti dei bimbi non si sono placate. Così lui è tornato alla carica, questa volta impugnando una lama. Se l’è presa con il padre dei piccoli, arrivando pure a inseguirlo per strada.
Quando la pattuglia dei carabinieri è giunta sul posto, il 48enne se l’è presa anche con loro, reagendo all’iniziale tentativo di riportare la situazione alla calma. Stando a quanto ricostruito dai militari, tra le due famiglie c’erano già state tensioni in passato; problemi che l’altra sera sono deflagrati nell’aggressione culminata con l’arresto.

L’uomo è comparso ieri in tribunale a Ravenna per l’udienza per direttissima, nel corso della quale il difensore, l’avvocato Maria Grazia Russo, ha chiesto il rito abbreviato. In attesa dell’udienza il giudice Natalia Finzi, ascoltate le richieste del vice procuratore onorario Pietro Plachesi, ha disposto l’obbligo di firma tre giorni a settimana.

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