Un festino a base di alcol e droga, con gli amici ospitati a casa nonostante lui si trovasse agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Quando la situazione è diventata ingestibile per gli effetti di quel mix di bevute e stupefacenti, la madre di René Giachi non è rimasta a guardare e ha chiamato i carabinieri.
Così è tornato in carcere il 38enne di Porto Corsini, già arrestato a inizio novembre per le pesanti minacce rivolte alla famiglia di Carlo Piccolo, l’uomo accusato dell’omicidio di suo padre, Edi Giachi.
L’episodio accaduto sabato pomeriggio si inserisce nella scia delle tensioni esplose proprio dopo la morte del genitore 70enne, deceduto il 16 ottobre scorso in seguito alle gravissime lesioni riportate durante una lite in via 6 dicembre 1944, nella frazione dei lidi nord. Piccolo, 37 anni, anche lui di Porto Corsini, è tuttora detenuto con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione per avere investito l’anziano con la propria vettura, secondo la ricostruzione della Procura di Ravenna, con l’intento di ucciderlo.
Sabato all’arrivo dei militari, il figlio della vittima, a sua volta accusato di stalking nei confronti dei familiari di Piccolo, è stato trovato in compagnia di alcune persone, ubriaco, sotto effetto di stupefacenti in forte stato di agitazione: si è denudato in strada, ha urlato frasi sconnesse e provocato gli operatori. Dopo essere stato portato in ospedale e accertato un tasso alcolemico oltre i 2 g/l, è stato trasferito nel carcere di Forlì come disposto dal sostituto procuratore Angela Scorza, titolare anche dei fascicoli per l’omicidio e per lo stalking.
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