Ravenna, Fentanyl per errore: muore una paziente. Chiesto il giudizio per l’infermiera

Ravenna
  • 18 dicembre 2025

Avrebbe somministrato un farmaco contenente Fentanyl a una paziente alla quale non era prescritto: una disattenzione fatale, perché da quel cerotto contenente l’oppioide, cento volte più potente della morfina, sarebbe scaturita la crisi respiratoria che ha portato alla morte della donna, 90enne. Questa è l’accusa mossa dalla Procura nei confronti di un’infermiera 27enne per i fatti che sarebbero accaduti in una clinica medica privata di Ravenna: il sostituto procuratore Francesco Coco, titolare del fascicolo, ha chiesto il rinvio a giudizio per la ragazza, che deve rispondere di omicidio colposo. Il giudice per l’udienza preliminare, Andrea Galanti, ha rinviato la decisione al prossimo aprile: dovrà esprimersi anche sull’istanza presentata ieri dall’avvocato Carlo Benini - che tutela le figlie dell’anziana - per la citazione della clinica privata quale responsabile civile. A sua volta, il legale che difende la 27enne, l’avvocato Marco Capucci, ha chiesto la citazione della compagnia assicurativa Unipol.

Il quadro descritto dal capo d’imputazione configura gravi responsabilità penali per la professionista sanitaria: la 90enne, affetta da patologie pregresse tra cui il morbo di Parkinson, era stata ricoverata nella struttura il 3 gennaio 2023 e necessitava di cure specifiche, tra le quali la somministrazione quotidiana di un cerotto transdermico “NeuroPro”. Alcuni giorni dopo, il 5 gennaio, la tragedia: secondo le accuse, l’infermiera avrebbe applicato all’anziana un altro cerotto, prescritto a una paziente che, però, non si trovava più nella struttura già dal 1° gennaio. Si trattava del “Durogesic”, con principio attivo Fentanyl, sostanza approvata dalla comunità scientifica ma che, specie negli Stati Uniti, viene trafficata illegalmente come droga, causando numerosi decessi, tanto da essere considerata una vera e propria emergenza. Poco dopo la somministrazione del farmaco è sopraggiunta la crisi respiratoria: il personale medico del 118 intervenuto sul posto si è accorto del cerotto applicato senza prescrizione sul petto della 90enne, provvedendo subito a rimuoverlo, ma la donna è morta quella sera stessa, dopo nove ore di agonia. Nell’autopsia, il medico legale ha rilevato che le concentrazioni di Fentanyl nel corpo dell’anziana fossero potenzialmente idonee a causare la depressione respiratoria che ha portato al decesso. Tesi sulla base della quale ora la Procura chiede il processo per l’infermiera.

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